Autostrada del Sud #18
Benvenutə a una nuova puntata di Autostrada del Sud, la newsletter che è tornata a un festival letterario e ora è piena di nostalgia.
Alcuni libri letti.
Héctor Abad Faciolince, Una poesia in tasca, Lindau. Traduzione di Monica Rita Bedana.
Ne ho parlato nella quarta puntata di Deviazioni, lo spin off di questa newsletter che parla di libri che ho molto amato. La trovate QUI.
Giulia Caminito, L’acqua del lago non è mai dolce, Bompiani.
Si è molto parlato de L’acqua del lago non è mai dolce, o almeno così è successo nella mia bolla. È il terzo libro di Giulia Caminito, attualmente nella dozzina dello Strega e nella cinquina del Campiello, e parla di povertà, di come incida sulla vita di una famiglia, sulle sue dinamiche interne, e di come incida sulla vita della protagonista, Gaia, che incontriamo bambina e che vediamo crescere con un padre disabile, un fratello ribelle, una madre che cerca di tenere tutto insieme, senza mai scendere a compromessi. È un libro che parla di riscatto (che non arriva), di rabbia, di morte, di differenze sociali, di amicizia, di crescita. Gaia prova a reagire, ad affrancarsi da una vita che non vuole ma a cui sente di appartenere e prova a scoprire chi è, cercando il suo posto nel mondo, il suo posto in mezzo agli altri. Sullo sfondo una Roma caotica e disonesta e poi la provincia, un lago calmo che nasconde segreti e violenze nelle sue acque scure.
Paolo Cognetti, New York è una finestra senza tende, Laterza.
Ho scoperto la collana Contromano di Laterza durante l’università e negli anni mi è sempre capitata tra le mani. Qualche settimana fa mi sono ritrovata sul kindle (non ho memoria del perché) la nuova edizione del libro che Cognetti ha scritto su New York e l’ho riletto dopo anni. Paolo Cognetti è molto legato alla grande mela e questo lo sanno tutti. Questa narrazione del 2010 è una guida della città, una guida letteraria, una guida della memoria, una guida delle passioni. Cognetti afferma giustamente che è impossibile scrivere una guida su NYC, e allora l’unico modo per farlo è parlare della sua città. Ed essendo lui uno scrittore, la sua città ha molto a che fare con i libri. Non si può passare da Central Park senza pensare ad Salinger, e non si può passare da Brooklyn Hights senza parlare di Melville. Ma c’è anche altro. Ci sono i taxisti, gli ebrei ortodossi, la nebbia che esce dai tombini e tutto quello che rende New York City New York City.
Vittorio Lingiardi, Arcipelago N - Variazioni sul narcisismo, Einaudi.
Psichiatra e psicoanalista, Lingiardi ci racconta del narcisismo. Cosa sia (o meglio cosa siano, dato che ce ne sono diversi), come sia parte di ognuno di noi e in che modo diventi patologico e pericoloso se supera certi limiti, da dove può nascere e come si sviluppa. Dalla storia di Narciso e del suo mito, arrivando a Freud e passando dalla letteratura, dal cinema e dal bisogno del riconoscimento altrui (anche attraverso i like). Una lettura bellissima, a tratti più impegnativa e seria, a volte più leggera e narrativa. Consigliatissimo.
Da recuperare o in uscita.
Pietro Minto, Come annoiarsi meglio, Blackie edizioni.
Forse conoscete Pietro Minto per la sua newsletter, Link molto belli. O forse lo conoscete perché ha collaborato con Il Tascabile, Prismo (di cui è stato caporedattore), o ancora perché è stato uno degli autori di The Game, Unplugged, la raccolta di saggi pubblicata da Einaudi un paio di anni fa dedicata al mondo digitale. Blackie do per scontato che la conosciate. Il 20 maggio è uscito Come annoiarsi meglio, di Pietro Minto, per Blackie. “A metà tra saggio futurologico e manuale pratico per hackerare sé stessi, Come annoiarsi meglio è un invito a riprendere il controllo della propria mente e del proprio tempo. Cosa perdiamo quando perdiamo la noia? Qui si cerca di dare una risposta, e qualche soluzione.”
Gertrude Stein, Autobiografia di Alice B. Toklas, Marsilio. A cura di Alessandra Sarchi.
“Uscita per la prima volta nel 1933, l’Autobiografia di Alice B. Toklas è l’opera che ha procurato a Gertrude Stein quel successo di pubblico al quale aspirava da molti anni e che non era riuscita a raggiungere con nessuno dei suoi libri precedenti. L’ingegnoso escamotage di far parlare la compagna in sua vece le consente di scrivere una memoria della propria vita in terza persona, e così il libro contiene almeno due autobiografie intrecciate: la sua e quella di Alice Toklas, oltre a quelle dei numerosi artisti e scrittori che frequentarono il loro salotto in rue de Fleurus. Con andamento aneddotico, e non di rado autocelebrativo, il suo racconto ci porta a conoscere i vizi, le manie, i gusti, le riflessioni i Picasso, Matisse, Braque, Apollinaire, Hemingway, svelando i risvolti più umani e quotidiani delle loro vite e delle loro carriere dall’inizio del Novecento allo spartiacque della prima guerra mondiale.”
Brandon Taylor, Una vita vera, Codice edizioni. Traduzione di Gioia Guerzoni.
Esordio letterario di Brandon Taylor, Una vita vera è finalista al Booker Prize. L’autore ci porta nella vita di Wallace, come lui afroamericano e omosessuale e colpito da discriminazioni quotidiane (spesso sottili e insidiose) in ambito accademico. È un giovane biochimico alla ricerca di un riscatto da un’adolescenza traumatica vissuta nelle zone più conservatrici dell’Alabama. Taylor racconta tre giorni del protagonista, durante un weekend di fine estate, ricostruendo “la rete di angoscia e disperazione in cui resta intrappolato chi si sente un impostore e un intruso nel mondo”.
Varie ed eventuali.
Asterisco edizioni ha pubblicato Nantucket, la graphic novel ispirata alle vite di Carson McCullers, Tennessee Williams e Annemarie Schwarzenbach.
Camila Sosa Villada, scrittrice argentina transgender, ha vinto il Premio Finestres con Las Malas, il romanzo che racconta la vita di una comunità di travestiti a Córdoba. In Italia il libro uscirà per Edizioni Sur il prossimo autunno.
Valeria Luiselli ha vinto il Dublin Award con il suo libro Archivio dei bambini perduti, edito da La nuova frontiera con la traduzione di Tommaso Pincio. Ne avevo parlato nella puntata numero 8, quando questa newsletter era molto, molto, molto diversa da com’è ora :)
È uscito Polvere, il libro tratto dal podcast omonimo (prodotto da Emons Record e Miyagi), scritto da Cecilia Sala e Chiara Lalli. Lo ha pubblicato Mondadori
Edizioni BD lancia 451, un nuovo progetto editoriale interamente dedicato al grande e multiforme mondo della fantascienza. I primi tre titoli sono quelli di Alan Moore, Sheila Williams e Al Ewing.
Ed eccoci alla rubrica che intervista una persona che lavora con i libri.
Cinque domande a…
Su Marco Cassini potrei dire diverse cose. Per esempio di come una volta ho sognato di rubargli la bandana di David Foster Wallace (ha davvero la banda di DFW), o di quella volta in cui lui e Gianmario Pilo mi hanno offerto un panino al Festival letteratura di Mantova e mi ha chiesto: “Ma tu alloggi con Martina Testa a casa di Daria Bignardi?” (io e Martina Testa alloggiavamo in effetti - per puro caso - nello stesso B&B, ma non era di proprietà di Daria Bignardi, anche se poteva sembrare. È una lunga storia), o di quella volta che a Ivrea, alla Grande Invasione (non mi stanco di ripeterlo: è il festival letterario più bello del mondo), abbiamo fatto tutti tardissimo e mentre avevamo ancora voglia di fare festa, nonostante fossimo in ballo da 16 ore, ci ha detto: “Ma non ce l’avete una casa?”. Questi però sono aneddoti personali. Qui diremo che è il fondatore della casa editrice Sur, che prima ha co-fondato Minimum Fax e che insomma, se molti libri che amiamo sono nelle librerie italiane è anche merito suo. Ecco qui le cinque domande per lui.
1. Qual è il ricordo più bello che hai in Sur?
Non saprei dire se è «il ricordo più bello» ma mi è tornato in mente adesso dopo tanto tempo, e mi pare il momento giusto per tirar fuori questo amarcord che risale a esattamente dieci anni fa. Nel 2011, dopo un paio di anni di studi e ricerche, viaggi e letture, SUR si preparava al suo debutto. A giugno ero a Buenos Aires, e Alan Pauls mi propose una gita a Villa Ocampo. Victoria Ocampo, i cui occhiali iconici sono ora diventati il logo della Villa, era una anfitriona e mecenate, scrittrice, intellettuale e soprattutto fondatrice della rivista letteraria a cui si deve il nome della casa editrice che stavo progettando. Sapevo dell’esistenza di questo luogo mitico dove Victoria aveva ospitato Borges e Bioy Casares (sposato con sua sorella Silvina), Albert Camus e Igor’ Stravinskij, Tagore e Saint-Exupèry, Indira Gandhi e Le Corbusier, Gisèle Freund e García Lorca, Gabriela Mistral e Graham Green; ma sapevo anche che in quel periodo non era accessibile al pubblico perché ancora interessata alla parte finale di ingenti lavori di ristrutturazione successivi a un incendio del 2003. Ma Alan aveva un asso nella manica: anni prima aveva collaborato con il direttore di Villa Ocampo, Nicolas Helft, per scrivere una biografia di Borges, e questo fu il passepartout per accedere a questa casa veraniega di San Isidro. Ovviamente il brivido di poter entrare in un posto del genere da soli, senza altro pubblico e senza nemmeno il personale della Villa, fu l’ingrediente magico di quella indimenticabile giornata. La biblioteca era parzialmente inaccessibile, ma alcune teche mi regalarono dei brividi: prime edizioni, manoscritti originali e lettere autografe. Potei comprare vecchi numeri della rivista Sur che ancora conservo gelosamente, così come custodisco nella memoria la lunga e appassionata conversazione con Alan, uno dei primi autori che avrei pubblicato di lì a poco con la nuova casa editrice. Passammo un paio d’ore nell’immenso giardino della villa, seduti nell’angolo preferito di Borges, respirando letteratura.
2. Qual è il libro pubblicato dalla casa editrice per cui lavori che ami di più? E perché?
Questa è la domanda che non bisognerebbe fare mai a un editore. È vero che gli autori di SUR sono tutti stranieri e difficilmente leggeranno questa intervista, e una buona parte di loro sono morti quindi non staranno lì a farmi scenate di gelosia; ma come potrei preferirne uno a un altro? E bisogna considerare poi che da napoletano e quarto figlio di madre vedova sono cresciuto con i dialoghi di Filumena Marturano tatuati nel DNA quindi «i figli sono tutti uguali». D’altro canto, accettando di rispondere a un’intervista non posso nemmeno sottrarmi, e ogni volta tocca trovare un modo furbo per uscire dall’impasse. Ecco il mio: il libro preferito del catalogo di SUR è il prossimo, quello che ancora non ho trovato, anzi è il libro che non solo non ho trovato ma che sto ancora cercando e, andando ancora oltre, è il libro che forse non so nemmeno di star cercando ma che in qualche modo arriverà. Beninteso, non c’è nulla di fatalistico in questa affermazione, non parlo di doni che ti piovono inaspettati dal cielo, i libri non capitano, oppure se capitano lo fanno perché si era lì ad accoglierli. Jay McInerney, con cui negli anni Novanta condividevo una forma di idolatria per Raymond Carver, diceva che l’insegnamento principale che aveva ricevuto da lui era: l’ispirazione non esiste, ma se esiste e arriva, ti devi far trovare seduto alla scrivania; quindi – mi disse un pomeriggio a Mantova – l’insegnamento che ne ho tratto è: qualunque cosa ti succeda nella vita, quali che siano le tue abitudini, «devi stare alla tua cazzo di scrivania tutti giorni, molte ore al giorno». E lo stesso si può dire per il mio mestiere. Mi è successo che mi capitassero fra le mani libri dimenticati, vecchie edizioni di libri irreperibili da ripubblicare o primizie da diffondere per la prima volta, così come è capitato a ognuno dei membri dello staff di SUR di ricevere una proposta per un libro che poi si è rivelato importante. Ma è capitato perché eravamo lì: a una fiera internazionale, in una libreria di Santiago del Cile, a una lettura in un pub di Brooklyn o alla bancarella di libri usati sotto casa. O anche a bere una birra con gli amici quando qualcuno ha citato un autore, un tema, un titolo. Il libro più importante di SUR è il prossimo: è quello per cui le persone che lavorano in casa editrice stanno tutto il giorno, tutti i giorni, alla loro cazzo di scrivania.
3. Qual è il primo ricordo che hai con la lettura e/o con un libro?
Un po’ anche per i motivi cui accennavo sopra, non vengo da una famiglia in cui si potesse indugiare molto nel lusso di leggere. Quando andai via da casa di mia madre, le chiesi di poter portare con me i due soli romanzi che ricordo di aver mai visto circolare in casa: Se una notte d’inverno un viaggiatore e Mai devi domandarmi. Erano gli unici libri senza figure, e che non fossero enciclopedie per ragazzi o dizionari o testi scolastici, e li avevo osservati per anni come un oggetto estraneo, con diffidenza ma con curiosità. Certo, anche io avevo letto qualche classico nelle riduzioni per l’infanzia, e vissuto l’epoca di quegli audiolibri ante litteram che erano le fiabe sonore («A mille ce n’è…») ascoltati sul tavolo di formica della cucina con uno dei fratelli grandi, i soli autorizzati a far funzionare il mangiadischi. Il primo libro «mio» che ricordo di aver avuto in regalo e letto in due giorni che passai interamente a letto a causa di un’influenza, nel 1979 (lo ricordo perché è l’anno in cui cambiammo casa a Napoli, e fu il primo libro che sistemai nella libreria della mia stanza nella casa nuova), è stato Le avventure di Barzamino, e ovviamente all’epoca non potevo avere la minima idea di che ruolo importante avesse avuto il suo autore, Daniele Ponchiroli, nell’editoria italiana; né che l’ultimo tratto ricurvo necessario a chiudere un cerchio che all’epoca dovevo ancora aprire è che giusto in quell’anno Ponchiroli morì e Calvino gli rese omaggio, basando su di lui il personaggio del dottor Cavedagna, proprio nel Viaggiatore.
4. Che libro stai leggendo in questo momento?
Come sempre, e come capita a tutti quelli che lavorano nell’editoria, ho molti cantieri di lettura aperti. È il periodo dell’anno in cui leggo i dodici libri candidati al Premio Strega, e in cui valuto con Gianmario Pilo i libri di autori da invitare al nostro festival La grande invasione. Sono sempre molto indietro con le letture di lavoro ma posso dire che sto valutando – o meglio: arrancando nel dare il mio contributo alla decisione collettiva da prendere su – approssimativamente cinque o sei libri per la casa editrice. Ma per fortuna riesco, in rarissimi spiragli, a trovare il tempo per sporadiche letture non professionali: pochi giorni fa ho ricevuto in regalo la raccolta di racconti di uno dei miei idoli recenti, il cui nome però non riesco mai a memorizzare (l’ho appena dovuto cercare su Google) Raphael Bob-Waksberg, l’ideatore di BoJack Horsman, uno dei grandi personaggi tragici della letteratura del ventunesimo secolo: Qualcuno che ti ami in tutta la tua gloria devastata, pubblicato da Einaudi e tradotto peraltro dal BoJack Horseman italiano, l’ineffabile Marco Rossari.
5. La tua libreria sta andando a fuoco e puoi salvare un solo libro per portarlo con te. Raccontaci quale e perché.
Come spegnere un incendio e vivere felici, di… devo andare a cercare il nome dell’autore su Google.
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Una specie di gruppo di lettura.
Maggio era il mese de Il viaggio premio di Julio Cortázar (Sur).
Quel che avevo da dire lo trovate in questo pezzo su Minima et Moralia.
A giugno leggiamo Sillabe di fuoco di Gabriela Mistral.
G̶e̶n̶n̶a̶i̶o̶:̶ ̶H̶o̶ ̶p̶a̶u̶r̶a̶ ̶t̶o̶r̶e̶r̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶P̶e̶d̶r̶o̶ ̶L̶e̶m̶e̶b̶e̶l̶ ̶(̶M̶a̶r̶c̶o̶s̶ ̶y̶ ̶M̶a̶r̶c̶o̶s̶)̶
F̶e̶b̶b̶r̶a̶i̶o̶:̶ ̶L̶a̶ ̶p̶a̶s̶s̶i̶o̶n̶e̶ ̶s̶e̶c̶o̶n̶d̶o̶ ̶G̶.̶H̶.̶,̶ ̶d̶i̶ ̶C̶l̶a̶r̶i̶c̶e̶ ̶L̶i̶s̶p̶e̶c̶t̶o̶r̶ ̶(̶F̶e̶l̶t̶r̶i̶n̶e̶l̶l̶i̶)̶
̶M̶a̶r̶z̶o̶:̶ ̶O̶p̶e̶r̶a̶z̶i̶o̶n̶e̶ ̶m̶a̶s̶s̶a̶c̶r̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶R̶o̶d̶o̶l̶f̶o̶ ̶W̶a̶l̶s̶h̶ ̶(̶L̶a̶ ̶n̶u̶o̶v̶a̶ ̶f̶r̶o̶n̶t̶i̶e̶r̶a̶)̶
A̶p̶r̶i̶l̶e̶:̶ ̶L̶a̶ ̶n̶e̶v̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶’̶a̶m̶m̶i̶r̶a̶g̶l̶i̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶Á̶l̶v̶a̶r̶o̶ ̶M̶u̶t̶i̶z̶ ̶(̶E̶i̶n̶a̶u̶d̶i̶)̶
M̶a̶g̶g̶i̶o̶:̶ ̶I̶l̶ ̶v̶i̶a̶g̶g̶i̶o̶ ̶p̶r̶e̶m̶i̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶J̶u̶l̶i̶o̶ ̶C̶o̶r̶t̶á̶z̶a̶r̶ ̶ ̶(̶S̶u̶r̶)̶
Giugno: Sillabe di fuoco, di Gabriela Mistral (Bompiani)
Luglio: Un’innocente crudeltà, di Silvina Ocampo (La nuova frontiera)
Agosto: Dell’amore e di altri demoni, di Gabriel Garcia Marquez (Mondadori)
Settembre: Figure nel salotto, di Norah Lange (Adelphi)
Ottobre: Finzioni, di Jorge Louis Borges (Adelphi)
Novembre: Impalcature, di Mario Benedetti (Nottetempo)
Dicembre: L’angelo dell’abisso, di Ernesto Sabato (Sur) (È consigliato, ma non obbligatorio, leggere prima Il tunnel e Sopra eroi e tombe).
Un link.
Ojalá, la newsletter di Alice Orrù sul linguaggio inclusivo.
Un album.
Questa puntata è stata scritta ascoltando Mura Masa, di Mura Masa.
Ed eccoci arrivatə alla fine.
Grazie per aver letto fino a qui. Se questo progetto ti piace, puoi condividerlo con qualcuno, oppure sostenerlo offrendomi un caffè QUI.
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Ci risentiamo presto, cercate di stare bene <3
Silvia
L’autostrada disegnata è di Elisa Lipari.