Autostrada del sud #13
Benvenutə a una nuova puntata di Autostrada del sud, la newsletter che sta facendo il possibile per essere costante. Ciao aə nuovə arrivatə e buon anno.
A inizio gennaio sono sempre piena di buoni propositi, come tutti.
Bevo acqua e limone appena alzata, non salto la skin care nemmeno una volta, faccio decluttering e mangio sano, faccio meditazione ogni mattina, stilo liste, srotolo piani. Quest’anno è successo lo stesso, ma in qualche modo in maniera diversa. I programmi a lungo termine, per esempio, proprio non riesco a pensarli. Come si possono prendere in considerazione programmi che coprano più di una settimana nella condizione in cui siamo? Ci pensavo durante le feste, mentre guardavo le foto di Ushuaia, dove sarei dovuta arrivare il 26 dicembre. Trecentosessantacinque giorni fa compravo biglietti di concerti per sette, otto mesi dopo, pensavo di investire denaro per un biglietto aereo costosissimo che avrei dovuto prendere l’anno successivo, prendevo giorni di ferie in anticipo e davo per certe cose che ora mi appaiono un lusso, consideravo normali cose che ora sembrano folli.
Qualche mese fa stavo scrivendo un racconto per un’antologia collettiva che dovrebbe arrivare in libreria in primavera. In una delle prime scene ci sono tre fratelli seduti al tavolino di un bar e per un attimo, mentre scrivevo, mi è sembrata una storia impossibile. Allora mi sono resa conto di quanto a fondo si fosse radicata la realtà attorno a me: aveva addirittura sfondato il muro della finzione.
Mi capita di vedere un film e pensare “sono troppo vicini”, di provare ansia quando gli attori sono in spazi pieni di gente. Ci penso e mi impressionano le conseguenze che la realtà sta avendo anche nel nostro rapporto con il resto, ciò che reputavo un’isola in cui tutto poteva succedere.
Il biglietto per Buenos Aires aspetterò a comprarlo, ma i tre fratelli li ho fatti stare al tavolino del bar insieme, alla fine. Spero sia di buon auspicio.
Torniamo a noi.
Mentre si tenta disperatamente di finire gli avanzi del panettone prima che secchi, con la speranza che l'anno appena iniziato sia anche solo un filino più generoso del precedente, ecco alcuni spunti di lettura.
Qualche libro letto negli ultimi mesi.
Gabriel Gabriel Garcia Marquez, L'amore ai tempi del colera, Mondadori. Traduzione di
Ho letto questo libro per la prima volta a diciotto anni e l'ho riletto nel 2020, quasi due decenni dopo. Stessa copia, vecchie sottolineature, le pagine che iniziano a farsi giallo-ocra, il peso di tutti questi anni.
Florentino Ariza si innamora giovanissimo di Fermina Daza. Tra i due nasce un amore epistolare, ostacolato dal padre di lei. Fermina alla fine sposa un altro, eppure Fermino ha una pazienza incrollabile, oltre a un amore profondo, e passerà la vita ad aspettarla. L'amore ai tempi del colera è una storia d'amore, una storia di perseveranza, di illusione e di disillusione. Non è il miglior Marquez, a mio avviso, ma è un romanzo appassionante, che racconta l'amore (e soprattutto l'amore tra anziani) come pochi hanno saputo fare.
Barbara Comyns, La ragazza che levita, Safarà. Traduzione di Cristina Pascotto.
Barbara Comyns è considerata una precorritrice di Angela Carter e La ragazza che levita è un romanzo scritto quando aveva cinquant'anni, che mescola realismo e mondo visionario. L'hanno definito "un inaspettato incrocio tra Flannery O’Connor e Stephen King" e in effetti La ragazza che levita è una storia nera con diversi riferimenti a un certo tipo di narrazione. Il romanzo è ambientato a Londra, a inizio Novecento, dove Alice vive con la madre malata e con il padre, un veterinario che esercita il suo dominio sulla famiglia con brutalità e disprezzo, oltre a infliggere crudeltà sugli animali che dovrebbe curare. Quando la madre muore, Alice si chiude in un mondo tutto suo, scoprendo però di possedere uno straordinario potere segreto.
Truman Capote, Altre voci altre stanze, Garzanti. Traduzione di Bruno Tasso.
Il tredicenne Joel arriva in campagna, e più precisamente a Skully's Landing, da New Orleans. Torna alla casa di suo padre, che l'ha abbandonato dodici anni prima. Il posto che lo accoglie è bizzarro e sinistro, pieno di misteri e personaggi eccentrici. È il romanzo di debutto di Capote, pubblicato da Random House nel 1948, e viene definito sia romanzo di formazione sia un romanzo iscrivibile al genere "southern gothic" (alla O'Connor e alla McCullers, tanto per intenderci). Non è il miglior Capote che abbia letto, ma è interessante sotto molti punti di vista e le atmosfere sono semplicemente perfette.
Susan Sontag, Malattia come metafora, Nottetempo. Traduzione di Paolo Dilonardo.
Io l'ho letto in un'edizione diversa (e vecchissima) di Einaudi, ma ci tengo a inserire questo libro perché sono felicissima che sia tornato in libreria dopo essere stato praticamente introvabile per diverso tempo. Nottetempo ha ripubblicato questo famosissimo saggio di Susan Sontag (è in corso la pubblicazione di tutta la sua opera) con un altro suo saggio, L'Aids e le sue metafore. "La malattia non parla di se stessa, perché la facciamo sempre parlare di altro, attraverso il linguaggio figurato con cui la bardiamo nella comunicazione e nell’immaginazione. (...) ma è solo togliendo potere a queste appropriazioni retoriche, afferma Sontag, che possiamo conoscere più a fondo la realtà della malattia e affrontarla con la necessaria consapevolezza."
Julio Cortázar, Un certo Lucas, Edizioni Sur. Traduzione di Ilide Carmignani.
Forse l’avevo già scritto, ma una delle cose che mi rende più contenta della mia vita di lettrice è sapere che del mio scrittore preferito ho ancora cose da leggere. L’istinto è quello di divorare tutto, ogni pagina, ogni raccolta, ogni poesia e intervista. Invece cerco di leggere un suo libro all’anno (ma se sono raccolte di racconti anche meno) e questo fa sì che il pensiero di avere ancora sue cose da leggere mi continui a coccolare. Nel 2020 ho fatto un’eccezione. Ho letto Autonauti della cosmostrada, ho riletto Il persecutore (il suo racconto più bello) e negli ultimi giorni dell’anno mi sono regalata la lettura di Un certo Lucas, che - come sempre accade quando si parla di Julio - non si sa bene cosa sia. In copertina c’è scritto Racconti, e in effetti *sono* racconti, eppure sono anche qualcosa di diverso. In molti è presente Lucas, alter ego dell’autore. Lucas che fa cose, ne pensa altre. Poi ci sono idee, pensieri, visioni, e il risultato è - come spesso accade con Julio - un caleidoscopio di cose, bellissime, visionarie, ultraterrene.
Alle fine ho letto prima del previsto La città dei vivi, di Nicola Lagioia (Einaudi) e L’ospite e altri racconti, di Amparo Davila (Safarà). Di entrambi avevo già parlato della scorsa puntata, quindi non mi dilungherò. Vorrei però confermare quanto sospettavo nelle previsioni. Ne La città dei vivi Lagioia ha fatto un lavoro incredibile, di ricerca sul campo, di lingua e di equilibrio. Non giudica mai, nemmeno involontariamente, ma scava nella storia e mostra il male, mentre attorno Roma macina nuovi giorni di normalità. La raccolta di racconti di Davila mi ha sorpresa moltissimo. È ormai noto il mio amore per la letteratura sudamericana e per il fantastico. In questi racconti c’è sempre un elemento disturbatore che rompe la quiete dei personaggi, qualcosa di oscuro che non viene mai definito ma che aleggia costantemente e la cui forza si fa strada con insistenza. Spero di poter leggere molto presto altre cose di questa incredibile scrittrice. Entrambi consigliati.
Da recuperare/in uscita.
Slavenka Drakulić, Dora e il minotauro, Bottega Errante edizioni. Traduzione di E. Miocic.
Ho scoperto da non molto questa casa editrice (shame on me) e ho già adocchiato diversi libri davvero interessanti (per esempio La vita di Isidor Katanic di Ivo Andrić. Il 27 gennaio esce Dora e il minotauro di Slavenka Drakulić, scrittrice, giornalista e saggista di fama internazionale, già in libreria in Italia con altri editori come Il Saggiatore, Keller, Giunti e Rizzoli. In questo libro racconta Dora Maar, poetessa, fotografa e pittrice francese di origini croate, autrice di collage surrealisti, che ebbe una relazione con Palo Picasso. Il romanzo si presenta sotto forma di diario in cui Dora Maar ripercorre la propria vita dopo la traumatica separazione dal grande artista.
John Woods, Lady Chevy, NN editore. Traduzione di Michele Martino.
Dalla scheda: “Amy Wirkner ha diciotto anni e tutta la vita davanti: intelligente e determinata, vuole andare al college e diventare una veterinaria, per lasciarsi alle spalle i bulli, che la chiamano Lady Chevy per il suo fondoschiena massiccio come una Chevrolet, e i suoi genitori, eredi di un retaggio culturale razzista e responsabili di pessime scelte. Come molti altri cittadini di Barnesville, Ohio, i Wirkner hanno infatti venduto i diritti di estrazione mineraria delle proprie terre alla Demont, che sta avvelenando l’acqua e gli abitanti, incluso il fratellino di Amy. Una notte, alla porta di Lady Chevy bussa Paul, il ragazzo di cui lei è innamorata, che vuole far saltare in aria una cisterna della Demont. Amy si lascia coinvolgere e dovrà fare i conti con un omicidio spietato, un assillante senso di colpa, e con l’enigmatico agente Hastings.” Esce il 21 gennaio. (Sempre un amore fortissimo per NN)
Haroldo Conti, Mascaró, Exorma editore. Traduzione di Marino Magliani.
Mi sono regalata questo libro per Santa Lucia (sono nata e cresciuta in un piccolo paese della provincia bresciana dove Babbo Natale non è mai passato per i bambini; si festeggia e si attende solo Santa Lucia). Haroldo Conti è stato un giornalista e scrittore Argentino della generazione di Cortázar e di Sabato. Famoso in patria (nel 1962 ha vinto il "Fabril", uno dei premi più importanti dell'America latina, con il suo romanzo Sudeste) in Italia è ancora sconosciuto ai più, ma fortunatamente Exorma ha pubblicato sia Sudeste, appunto, sia Mascaró, uscito in libreria a fine novembre con la prefazione di Marquez. Erano amici, lo sono stati fino alla fine, fino a quando Conti non è stato dichiarato un desaparecido nel 1976, anno di uno dei colpi di Stato. "È un’Argentina descritta con grande realismo e allo stesso tempo sospesa nella meraviglia, fatta di territori abbandonati, aridi deserti, miseri villaggi sperduti, dove Mascaró, alias Joselito Bembè, eroe e pistolero, figura emblematica della lotta per l’affrancamento, si muove, appare e scompare, vanamente inseguito dai rurales."
Mario Levrero, La città, La nuova frontiera. Traduzione di Cinzia Imperio.
Mario Levrero è un autore uruguaiano non particolarmente conosciuto in Italia e pubblicato da quella gran casa editrice che è La nuova frontiera. La città è considerato il primo libro di una trilogia "involontaria" dell'autore ed è stato spesso accostato a Il processo di Kafka e racconta la storia di un uomo che entra in una casa disabitata da anni, pronto a passarci la notte. Mentre cammina verso un negozio dove comprare del cibo viene sorpreso da un acquazzone e caricato da un camion con un uomo e una donna. Quando si sveglia il giorno successivo, si scopre in compagnia di quella donna in una città che non conosce, e da dove sempre impossibile scappare.
Laura Tripaldi, Menti parallele. Scoprire l’intelligenza dei materiali, Effequ.
Ho amici che leggono quasi solo saggi, io mi rendo conto che ne leggo pochissimi. Non che non mi interessino, anzi. Eppure tendo a rimandarne costantemente la lettura. Come in questo caso, ovviamente sbagliando. Se l’argomento è quanto di più lontano io possa pensare dai miei interessi, la curiosità per questo libro ha continuato a crescere e quindi credo diventerà ufficialmente uno dei primi saggi del 2021 che leggerò. Ne ho letto benissimo, su più testate. Menti parallele è un libro che parla dei materiali del futuro, del mondo delle nanotecnologie e della scienza dei materiali. Per esempio la seta delle tele dei ragni, per certi versi ancora un mistero agli occhi degli scienziati. Laura Tripaldi è dottoranda in Scienze dei materiali, “disciplina che si occupa di comprendere come la struttura molecolare di un corpo ne influenzi le proprietà macroscopiche”.
Varie ed eventuali.
A metà dicembre è uscita la classifica di qualità dell’Indiscreto sui libri stranieri usciti nel 2020. Ci sono diversi libri di cui abbiamo parlato qui e molti nomi interessati da (ri)scoprire.
Paolo Giordano e il suo podcast: Ossigeno.
Una bella chiacchierata tra Roberto Francavilla, traduttore, e Claudia Durastanti, scrittrice, su Decamerette. Argomento? Clarice Lispector.
Dieci letture in lingua spagnola per sopravvivere alla pandemia.
Valentina Aversano mi ha chiesto di scrivere per il suo blog i miei Cinque Libri.
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Eccoci arrivatə alla rubrica che intervista persone che scrivono e/o lavorano con i libri.
Cinque domande a...
Chiara Valerio è scrittrice (l'ultimo suo libro è La matematica è politica, pubblicato da Einaudi; ne ho parlato nella puntata #12), matematica e direttrice editoriale della narrativa italiana di Marsilio, casa editrice di Venezia.
Il primo ricordo che ho di lei e con lei è del 2015, a Piazza Farnese a Roma, allora sede di Nottetempo, per la quale Chiara lavorava. Io ero andata a salutare Ambretta, l'ufficio stampa, ed entrata in redazione, in un angolo, vidi una persona sommersa da fogli e libri, che allungando la mano mi disse Ciao, io sono Chiara. Ovviamente sapevo chi fosse. Quel giorno fumammo una sigaretta sulle scale, io avevo una mezza idea di scrivere un romanzo per racconti che attraversavano quasi tutto il '900 (idea che ho presto abbandonato). Avevo paura e lei mi disse due cose che non scorderò mai. La prima fu: scrivere è un eterno fallimento, mettiti il cuore in pace. La seconda: scrivere è quella cosa che non si dice, si fa e basta.
L'anno successivo uscì il suo libro Storia umana della matematica, me ne spedì una copia con una dedica breve che rimandava a quel giorno in piazza Farnese e io capii che le persone sanno essere attente e pungenti allo stesso tempo.
Queste sono le cinque domande per lei, che ringrazio per la gentilezza.
1. Qual è il ricordo più bello che hai in Marsilio?
Cesare de Michelis nel mio studio che apre i pacchi di libri che mi sono arrivati e che mi dice Me lo presti? Quando sono rientrata e ho trovato tutti i pacchi chiusi, un mese dopo la sua morte, mi sono detta che quella condivisione da lettori, ancora prima che da editori, non ci sarebbe stata più. E mi sono sentita triste.
2. Qual è il libro pubblicato dalla casa editrice per cui lavori che ami di più? E perché?
Non posso sceglierne uno, e non voglio. Tutti i libri che ho pubblicato in Marsilio da quando lavoro lì per me rappresentano le pagine di un libro, continuamente in fieri, che dice qualcosa di un'idea di narrativa italiana, e qualcosa di un lavoro editoriale.
3. Qual è il primo ricordo che hai con la lettura e/o con un libro?
Casa di bambola letta alle mie sorelle quando eravamo bambine e che a loro e a me (non so quanto ne avessimo capito) aveva fatto l'effetto della casa delle Barbie che non avevamo. Ecco, credo sia stata la prima avvisaglia di ciò che i libri possono fare: comporre, colmare le mancanze.
4. Che libro stai leggendo in questo momento?
Sto rileggendo Orlando di Virginia Woolf con la speranza, prima o poi, di completarne una nuova traduzione italiana.
5. La tua libreria sta andando a fuoco e puoi salvare un solo libro per portarlo con te. Raccontaci quale e perché.
Al di qua o al di là dell'umano di Ludovica Koch. Perché è un libro fatto di libri e perché è fuori catalogo, introvabile, da tanti anni. Donzelli editore.
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Sezione “complicarsi la vita”, ovvero un gruppo di lettura di autorə sudamericanə
Come molti di voi ormai sapranno, amo la letteratura sudamericana. Ho pensato quindi a un gruppo di lettura a tema (dove per “gruppo di lettura” qui si intende che chi vuole può seguire questo programma e possiamo dirci cosa ne pensiamo). L’intento è leggere (o rileggere) autorə classicə e contemporaneə; racconti, romanzi e poesie. Uno al mese per dodici mesi. In ogni puntata di AdS dedicherò un po’ di spazio al libro letto il mese precedente. Volendo, potete farlo anche voi usando sui social l’hashtag #autostradadelsud e/o taggandomi su Instagram (@silviacardinale) per dirmi cosa pensate dei libri letti. Questa vuole essere solo una traccia, un canovaccio. La vita è già piena di imperativi, almeno sulla lettura che ognuno faccia un po’ come crede. Se il libro di gennaio non ce l’hai e hai ricevuto in regalo quello di maggio, se uno proprio non ti piace o l’hai già letto e non vuoi rileggerlo, scegline un altro. L’intento è solo dare spazio al Sudamerica nella forma che si preferisce.
Ecco qui questa lista da me pensata. Sono soddisfatta? No, ovviamente. Mancano nomi che avrei voluto mettere, ma i mesi sono dodici e quindi mi metterò il cuore in pace. Come diceva qualcuno: ogni scelta è una rinuncia.
Gennaio: Ho paura torero, di Pedro Lemebel (Marcos y Marcos)
Febbraio: La passione secondo G.H., di Clarice Lispector (Feltrinelli)
Marzo: Operazione massacro, di Rodolfo Walsh (La nuova frontiera)
Aprile: La neve dell’ammiraglio, di Álvaro Mutiz (Einaudi)
Maggio: Sillabe di fuoco, di Gabriela Mistral (Bompiani)
Giugno: Il viaggio premio, di Julio Cortázar (Sur - dovrebbe uscire in primavera)
Luglio: Un’innocente crudeltà, di Silvina Ocampo (La nuova frontiera)
Agosto: Dell’amore e di altri demoni, di Gabriel Garcia Marquez (Mondadori)
Settembre: Figure nel salotto, di Norah Lange (Adelphi)
Ottobre: Finzioni, di Jorge Louis Borges (Adelphi)
Novembre: Impalcature, di Mario Benedetti (Nottetempo)
Dicembre: L’angelo dell’abisso, di Ernesto Sabato (Sur) (È consigliato, ma non obbligatorio, leggere prima Il tunnel e Sopra eroi e tombe)
Bonus track.
2666, di Roberto Bolano (Adelphi). Io lo leggerò da febbraio a giugno, un libro al mese (il romanzo è composto da cinque libri). È il mio massimo obiettivo di lettura del 2021, ma mi rendo conto che bisogna essere dello spirito giusto per affrontare un libro come questo.
Un album.
Questa puntata è stata scritta ascoltando Derretirse, di DJ Pyton.
Un link.
I luoghi dei romanzi di Juan José Saer, in una mappa.
Anche questa volta ce l'abbiamo fatta, grazie per aver letto fino a qui.
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Ci si rivede tra un po’ con la seconda puntata di Deviazioni e a febbraio per una nuova mirabolante carrellata di letture, consigli e nuove uscite.
Fate a modo. A presto.
Silvia
L'autostrada disegnata è di Elisa Lipari.