Autostrada del Sud #7
Ben ritrovati! Questa puntata doveva partire prima del Salone del Libro. Inutile dirvi che non ce l'ho fatta.
Nel frattempo il Salone è passato, è passata La grande Invasione di Ivrea e con loro si chiude il cerchio dei festival di primavera e si apre quello dei festival estivi. È lunedì mattina molto presto e ho deciso di mandare la newsletter ora nella speranza di farvi compagnia sulla metro, in tram, mentre andate a lavorare, o che sia la mail che vedrete appena aprirete la posta sul posto di lavoro (se lavorate davanti al pc).
Le solite info di servizio: se avete consigli, richieste, suggerimenti, potete scrivermi a autostradadelsud [at] gmail [dot] com. Potete scrivermi anche solo per dirmi Ciao, per raccontarmi cosa state leggendo, per consigliarmi libri belli e dirmi che fate. E se vi va potete consigliare questa newsletter ai vostri amici.
Mi trovate anche su Twitter e su Instagram, il nome è sempre lo stesso: silviacardinale.
Ultima cosa: se ci sono refusi, scusate. Mi perdonerete.
Una volta scritto il solito pippone sui contatti, si parte parlando di libri che ho letto, libri interessanti in giro, prossime uscite, oltre al solito mini podcast e qualche varia ed eventuale.
Quest'anno il tema della kermesse di Torino era Il gioco del mondo, che è il mio libro preferito tra quelli di Cortázar e anche in generale. Ho sempre trovato stupido cercare un libro preferito (come si fa? è impossibile tanto quanto dire una canzone preferita), ma di certo Il gioco del mondo è il libro che porterei con me su quella famosa isola deserta di cui ogni tanto ci chiedono. Quel libro che non ci stanca mai. Quindi parto da qui.
Julio Cortazar, Rayuela, Einaudi. Traduzione di Flaviarosa Nicoletti Rossini.
Il gioco del mondo è un libro che scappa dalle mani, pur rimanendo sempre presente. E il primo motivo è che Julio ci ha dato la possibilità di leggerlo come ci pare. Ovvero dall'inizio alla fine, seguendo l'ordine delle pagine (cosa che fanno i famas, questa è per gli appassionati), oppure seguendo la tavola numerica che lo stesso Corta ha messo a inizio libro, saltando da un capitolo all'altro secondo le sue indicazioni. Poi si può leggere a caso (cosa fanno i cronopi, anche questa è per gli appassionati). De Il gioco del mondo si dice che non sia un libro facile, e lo comprendo, eppure è una delle cose più belle che mi siano mai successe in termini di esperienza di lettura. Leggere Rayuela significa non subire una storia, ma sentirsi tirati per la manica della giacca, avere un ruolo attivo ed essere pronti a perdersi, a girare in tondo, a saltare da una parte all'altra. È un libro che parla di tante cose, così tante che sinceramente non saprei raccontarne la trama. Ci sono tre linee narrative che si passano la palla, tra Buenos Aires e Parigi. Dentro ci sono l'amore, la vita, l'amicizia, la perdita, la condizione dell'artista. Ma soprattutto tanti sotto-testi, piccole finestrelle che si aprono dalla storia principale, creandone moltissime altre.
A questo link potete trovare alcuni pezzi usciti su Finzioni in occasione del centenario della nascita di Julio. Ci sono un po' di approfondimenti usciti per il Cortázar Day, e una serie di articoli del bravissimo Andrea Meregalli, il più grande esperto di letteratura sudamericana che io conosca.
Olga Tokarczuk, I vagabondi, Bompiani. Traduzione di Barbara Delfino.
Ho pensato a Rayuela, quando ho letto I Vagabondi, perché anche se sono libri lontanissimi tra loro, anche qui troviamo frammenti, anche qui la storia si disfa per rifarsi in un modo nuovo. I vagabondi raccoglie storie, ricordi, pensieri che parlano di viaggi e di spostamenti, di astronomia e anatomia, di storie ed eventi che aprono nuove porte con nuove storie. Chiedersi se si è di fronte a un romanzo, a un memoir o a un diario non ha senso, ed è inutile. La forma cambia continuamente, così come le esistenze di tutti i personaggi che incontriamo e dell'autrice, lei stessa personaggio. Sono fiumi sui quali navighiamo con una barca, non senza mal di mare, a volte, seguendo spostamenti e mutazioni. I capitoli sono stelle che si uniscono insieme, che segnano un percorso non lineare, che scrivono una mappa che solo alla fine si riesce a intravedere per davvero. QUI la recensione di Claudia Durastanti uscita su Il Libraio.
Carmen Maria Machado, Il suo corpo e altre feste, Codice Edizioni. Traduzione di Gioia Guerzoni.
Quanto tempo era che non rimanevo così appiccicata a un libro? Moltissimo. L'esordio di Carmen Maria Machado, uscito in US nel 2017 e arrivato ora in Italia grazie a Codice Edizioni, è una raccolta di otto racconti queer che navigano tra l'horror, la fiaba, il realismo magico e il surreale. La bravura di Machado non è solo stilistica e linguistica, ma strutturale. Riesce a togliere ogni riferimento al lettore, riesce a inserire elementi spiazzanti in ogni storia che iniziamo a leggere. Nel primo racconto una donna ha un nastro al collo che nessuno può toccare, nel secondo una ragazza sfugge a un'epidemia facendo un inventario dei suoi e delle sue amanti, in un altro le donne sono colpite da una malattia che le fa sbiadire fino a scomparire. E poi c'è il mio preferito, si intitola Madri, e non vi dico nulla perché se dovete comprare un solo libro oggi, in questo preciso momento, secondo me dovreste comprare questo.
Però ve ne leggo un estratto QUI.
Alberto Giuliani, Gli immortali, Il Saggiatore.
Alberto Giuliani è un giovane fotografo e giornalista che anni fa si è fatto leggere la mano da una donna sul lago Bajkal e si è fatto predire il futuro da un bramino indiano, con lo stesso risultato. Entrambi gli hanno predetto una morte prematura, che dovrebbe sorprenderlo quest'anno. Nell'attesa, Giuliani ha voluto fare un viaggio alla ricerca del futuro dell'umanità, in tutte quelle società e realtà che provano a perpetuare la vita il più possibile, fino a provare ad annullare la morte. È stato in Giappone a incontrare i padri della robotica umanoide, alla Hawaii dove la Nasa sta simulando la vita su Marte, ha parlato con gli scienziati che stanno costruendo un sole artificiale più potente di quello naturale e con gli uomini che si fanno congelare in attesa di una nuova vita. Ha visitato i luoghi dove i ricercatori clonano e agiscono sul Dna, cercando di capire perché l'uomo vuole vivere per sempre e per capire quanto sia possibile.
QUI una recensione di Marco Archetti uscita su IL.
Eve Babitz, Slow days, Fast company, Bompiani. Traduzione di Tiziana Lo Porto.
Los Angeles, "that town", anni '70. Raccontarla è difficile, a meno che uno non la odii o la ami follemente. Eve Babitz la ama follemente e la racconta, la canta, ne narra le contraddizioni e bellezze. Babitz è diventata famosa giovanissima per una storica foto che la vede giocare a scacchi nuda con Marcel Duchamp. Il suo padrino era Igor' Stravinskij e a vent'anni mandò una lettera a Joseph Heller che suonava così: "Sono una bionda formosa su Hollywood Boulevard. Sono anche una scrittrice. Eve Babitz". Il suo romanzo finì nelle mani di Robert Gottlieb, ma non se ne fece niente. Nel frattempo Babitz inizia la sua carriera di artista e disegna copertine di dischi. Poi c'è la scrittura. Articoli e racconti su Vogue, Cosmopolitan e Rolling Stones. E poi i romanzi. Slow Days, Fast company mescola fiction e memoir (aleggia una competizione con Joan Didion), narra fasti e situazioni bizzarre, amicizie e relazioni. Traduzione impeccabile di Tiziana Lo Porto. Da qualche mese è in libreria, sempre per Bompiani, anche Sex & Rage.
Édouard Louis, Qui à tué mon père, Bompiani. Traduzione di Annalisa Romani.
Ho letto questo piccolo gioiello in francese, qualche tempo fa. Da poco Bompiani l'ha portato in libreria e sicuramente lo rileggerò. Édouard Louis è un enfant prodige della letteratura francese. Non si è sempre chiamato così, il suo primo nome è stato Eddy Bellegueule. Per capire il motivo del nuovo nome, una nuova nascita, dovreste leggere il suo primo libro, pubblicato a 21 anni e diventato un caso letterario, ovvero Farla finita con Eddy Bellegueule (o Il caso Eddy Bellegueule, ci sono due titoli per questo libro, entrambi editi da Bompiani). Édouard è nato nella Francia del nord da una famiglia della classe operaia. Ha vissuto sulla sua pelle la povertà, il bullissimo e l'omofobia. È stato il primo della sua famiglia a concludere gli studi e a laurearsi, e oggi, a 27 anni, è un esponente di rilievo tra gli intellettuali francesi. Chi ha ucciso mio padre è un saggio e un memoir insieme, un pamphlet che racconta la vita difficile di suo padre, analizzandone la rabbia e la sua impossibilità di sovvertire al suo destino. I colpevoli hanno nomi e cognomi: quelli dei politici francesi. Louis non fa sconti, analizza come la politica d'Oltralpe abbia tolto a suo padre tutto, pezzo per pezzo, domandandosi quale via alternativa potesse esserci. Un libro che è un colpo al cuore. QUI potete leggerne un estratto uscito su Il Corriere.
Francesca Mandredi, L'impero della polvere, La nave di Teseo.
Sono molto, molto di parte. Francesca è un'amica e una persona a cui tengo moltissimo, ed è una scrittrice di grande talento. Dopo aver vinto il Campiello Opera Prima con la raccolta di racconti Un buon posto dove stare (2017, La nave di Teseo), eccola alle prese con il suo primo romanzo. L'impero della polvere è un romanzo che parla di una casa "cieca", di tre generazioni di donne - nonna, mamma, figlia e voce narrante -, del loro rapporto con la casa (le abitazioni sono un grande pallino di Francesca; già nella sua raccolta di racconti era un tema al centro di ogni narrazione) e di trasformazioni. Valentina ha 12 anni ed è diventata donna. Il libro si apre con la scoperta del sangue, con il tentativo di nasconderlo, e con una crepa che contestualmente si crea sul muro di camera sua. Una crepa che trasuda e si modifica continuamente, mentre l'estate di Valentina inizia e con lei la scoperta dell'amore, della crescita, del passaggio da infanzia ad adolescenza, mentre insetti e animali infestano il campo della casa cieca e la loro famiglia sembra iniziare a sfrangiarsi.
QUI potete leggere un'intervista a Francesca uscita su Il Libraio.
Rita Bullwinkel, Lingua nera, Edizioni Black Coffee. Traduzione di Leonardo Taiuti.
Rita Bullwinkel è giovanissima, americana e editor di McSweeney’s.
Con questa sua prima raccolta di racconti ha vinto, nel 2018, il Believer Book Award in Fiction. I racconti sono diciassette e al loro interno i piani di realtà e soprannaturale si passano continuamente il testimone. E a fare da testimone è il Corpo. Lo stile nella scrittura è secco, impavido, sfida il lettore togliendo riferimenti e punti fermi, un po' come fa Il suo corpo e altre feste. All'interno delle narrazioni compare sempre un avvenimento imprevisto che sovverte l'ordine e il senso lineare delle cose.
QUI potete leggere la recensione di Liborio Conca uscita su Tutto libri e ripresa da Minima et Moralia.
Altri libri letti o riletti negli ultimi mesi:
Sarah Manguso, Sottovoce, NN. Traduzione di Gioia Guerzoni.
Domitilla Pirro, Chilografia, Effequ.
Raffaele Riba, La custodia dei cieli profondi, 66thand2nd.
Virginia Woolf, Vita Sackwill West, Scrivimi sempre a mezzanotte, Donzelli. Traduzione di Nadia Fusini e Elena Munafò.
Julio Cortazar, L'altro lato delle cose, Mimesis Edizioni.
Frédéric Beigbeder, Una vita senza fine, Bompiani. Traduzione di Silvia Ballestra
Prossime uscite.
Olivia Laing, Viaggio a Echo Spring, Il Saggiatore. Traduzione di Francesca Mastruzzo e Alessio pugliese. Esce il 20 giugno
Se in Città sola Oliva Laing (Off topic: vorrei vivere nel suo Instagram) aveva raccontato la solitudine attraverso artisti quali Andy Warhol, Edward Hopper e David Wojnarowicz, in Viaggio a Echo Spring esamina i collegamenti tra la creatività e l’alcolismo nel lavoro e nelle vite di sei uomini: F. Scott Fitzgerald, Ernest Hemingway, Tennessee Williams, John Berryman, John Cheever, e Raymond Carver. Laing ha viaggiato per l'America per tracciare una mappa, e come in Città sola mescola il saggio narrativo all'esperienza personale, restituendoci biografie accurate e riflessioni.
Julio Cortázar, Disincontri, Sur Edizioni. Traduzione di Ilide Carmignani. Esce a settembre.
Otto storie, otto racconti del Corta. Si tratta dell'ultima raccolta di racconti di Julio, uscita nel 1982, ed è fatta di sogni e ricordi. È considerata tra le più mature, in uno stile che è già assolutamente riconoscibile come quello dello scrittore argentino. Sono stati definiti racconti simili a "messaggi in bottiglia", "sono chiavi per porte che non si aprono, puntuali come un contrattempo, familiari e spiazzanti come una déja-vu. Che lo si legga da sempre o per la prima volta, l'incontro con Cortázar è sempre un 'disincontro'".
Joan Didion, A Sud e a Ovest, Il Saggiatore. Traduzione di Sara Sullam. Esce il 4 luglio
Qualcuno mi dia un sacchetto dentro cui respirare. A luglio esce A Sud e a Ovest, per la prima volta pubblicato in Italia. Joan Didion ha, per tutta la vita, scritto sui suoi taccuini osservazioni e riflessioni sul mondo. Qui potremo leggere la Louisiana, il Mississippi e l’Alabama, che la Didion visitò con il marito durante un lungo viaggio, oltre a conoscere San Francisco (di cui ha molto scritto, soprattutto in Verso Betlemme). Sono raccolte strambe conversazioni, personaggi celebri e meno celebri, incontri che raccontano un Paese intero.
Tiziano Scarpa, Kamikaze d'Occidente, Minimum Fax. Esce a luglio.
Dalla scheda: "Il protagonista è uno scrittore precario non ancora quarantenne. Squattrinato cronico, per dedizione all'arte tira su le sue mesate grazie a un giro di clienti: le donne lo pagano per passare la notte insieme, per fare una passeggiata, per litigare. Tutto ha una tariffa, una traduzione in soldi. Un giorno però riceve una proposta da un funzionario culturale che lavora per il governo cinese: deve scrivere un libro su di sé, per dimostrare la decadenza dell’Europa e giustificare l’imminente invasione, non solo economica, da parte della Cina. A meno che, nella sua vita e in quella di tutti, lo scrittore non rintracci almeno un grammo di passione. Ne scaturisce un resoconto vivacissimo e prensile, che tiene insieme avventure e riflessioni, una galleria di personaggi messi a nudo da tutti i punti di vista, e una scrittura unica per vividezza e profondità."
Lorenza Pieri, Il giardino dei mostri, E/O. Esce a luglio.
Dopo Isole Minori, uscito sempre per E/O nel 2016, vincitore di diversi premi e tradotto in cinque paesi, Lorenza Pieri torna con un romanzo ambientato in Maremma. La Maremma ha vissuto infatti negli anni Ottanta un momento d'oro, diventando luogo di villeggiatura esclusivo, dove arrivano vip e soldi facili. Il buttero Sauro Biagini ci capita in mezzo e intreccia la sua vicenda con il politico romano Sanfilippi. Mentre le "certezze identitarie e morali sembrano perdere i loro contorni" poco lontano una donna sta costruendo un Giardino dei Tarocchi, frutto del suo genio artistico, dalla gente chiamato "Giardino dei Mostri". La vita della donna incontra quella della figlia di Sauro, adolescente e lasciata a se stessa da una famiglia che sta inseguendo altri obiettivi. Il romanzo di Lorenza Pieri si preannuncia come di formazione, biografia d'artista e narrazione di un passato recente, raccontato attraverso la storia di famiglie normali.
Anche per questa puntata siamo arrivati alla fine. Spero ci risentiremo prima dell'inizio delle ferie, oppure dopo, quando potrò raccontarvi cosa ho letto in questa estate che si preannuncia piena di novità, di montagne russe e di sole forte.
A presto!
Silvia
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L'autostrada disegnata è di Carlotta Mazzini.