Autostrada del Sud #26
Ciao! Questa è Autostrada del Sud, la newsletter pronta a sbocciare come i fiori a primavera.
Intanto una comunicazione ufficiale: [DRAMA PAUSE + RULLO DI TAMBURI]
HO SCRITTO UN PODCAST!
Ebbene, ecco la mia notizia del mese: ho scritto (e letto) un podcast.
Si intitola Tiresia, è targato Emons Record e uscirà tra qualche settimana.
È un podcast divulgativo in otto puntate che parla di letteratura queer. Vi racconterò otto vite, otto storie, otto modi di parlare di identità, desiderio e relazioni.
Sono felice? Sono molto felice. Ci ho lavorato la scorsa estate e lo scorso autunno e non vedo l’ora che ascoltiate il lavoro di mesi e mi diciate cosa ne pensate. Accendete il palo santo per me e mandate tutte le vibrazioni positive del mondo.
(Su Twitter e su Instagram posterò appena possibile il trailer e la data ufficiale dell’uscita della prima puntata).
La grafica (bellissima) è di Federica Fruhwirth.
Ok, faccio un grande respiro, ora iniziamo.
Cosa ho letto.
Danilo Kiš, Dolori precoci, Adelphi. Traduzione di Lionello Costantini.
Da almeno un paio d’anni volevo leggere qualcosa di Danilo Kiš, scrittore serbo nato da padre ungherese-ebraico e da madre montenegrina. È stato un traduttore ma è soprattutto considerato uno dei grandi narratori jugoslavi del secolo scorso, sebbene non sia mai arrivato in Italia al grande pubblico. Ho chiesto consiglio su Twitter per un suo titolo dal quale iniziare e mi è stato consigliato questo, un breve libro fatto di racconti che sono ricordi d’infanzia, sprazzi di memoria bellissimi e dolorosi, che nel corso delle pagine si avvicinano e diventano i pezzi di un mosaico unico, che fotografa una famiglia, una cultura, un preciso momento storico e molte piccole cose che rendono ogni storia personale unica.
Roberto Bolaño, Chiamate telefoniche, Adelphi. Traduzione di Barbara Bertoni.
Un classico che non avevo ancora letto, questa raccolta di racconti è splendida e divertente, anche quanto il riso è amaro. Sono felice di averla letta dopo 2666 perché ci ho trovato molti riferimenti al suo grande capolavoro, ma è ovviamente un libro che si può leggere anche a sé, come ogni libro di Bolaño. La cosa che mi stupisce sempre, di lui, è la sua capacità e genialità nello scrivere i dialoghi (cosa tra le più difficili quando si parla di scrittura). Scorrono via che è un piacere, non sono mai posticci, mai forzati. Scivolano come l’olio e fanno ridere. Ce ne sono un paio che sono molto vicini alla perfezione.
Cosa ho ascoltato.
Valerie Solanas, SCUM Manifesto, Vanda Edizioni. Traduzione di Stefania Arcara e Debora Ardilli.
Inizialmente autoprodotto dalla stessa Solanas (e poi uscito in diverse versioni mai da lei autorizzate), SCUM è un trattato femminista scritto nel 1967. Famosa soprattutto per aver sparato a Andy Warhol, la nuova edizione è ricca di prefazioni, introduzioni e approfondimenti che vogliono porre l’accento soprattutto sulla violenza che Solanas ha subìto, anziché quella che ha inflitto. Volevo leggere questo trattato da quando avevo letto Femmine, di Andrea Long Chu (Nero Editions), che parte proprio da Scum, e ora sono finalmente riuscita a leggerlo ascoltarlo. Un testo estremo, con un linguaggio esplicito che ha fatto per certi versi da apripista al movimento femminista internazionale. Iconico e a volte definito “terrorista”, l’incipit suona così: “Per bene che ci vada, la vita in questa società è una noia sconfinata. E perché non esiste aspetto di questa società che abbia la minima rilevanza per le donne, alle femmine dotate di spirito civico, responsabili e avventurose non resta che rovesciare il governo, eliminare il sistema monetario, istituire l’automazione completa e distruggere il sesso maschile”.
QUI un pezzo del 2017 di Giovanna Zapperi su Il Manifesto su Solanas e la sua trilogia.
Annie Ernaux, L’evento, L’orma editore. Traduzione di Lorenzo Flabbi.
È il 1963, in Francia l’aborto è illegale, una parola praticamente innominabile. Una studentessa di ventitré anni rimane incinta e non vuole tenere il bambino. L’evento è la storia di quei mesi alla ricerca di una soluzione a una gravidanza non voluta. “Ernaux interroga la memoria come strumento di conoscenza del reale. Dalla cronistoria di un avvenimento individualmente e politicamente trasformativo sorge una voce esattissima, irrefutabile, che apre uno spazio letterario di testimonianza per generazioni di donne escluse dalla Storia”. Una lettura molto forte, quasi fastidiosa in certi momenti, che mi ha ricordato quanto mi piaccia la scrittura di Ernaux.
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In uscita o da recuperare
Pedro Lemebel, Folle affanno, Edicola Ediciones. Traduzione di Silvia Falorni.
Esce il 9 marzo e ho avuto la fortuna di leggerlo in anteprima la scorsa estate. Folle affanno è una delle cronache urbane di Lemebel, autor* che amo infinitamente e di cui Edicola sta pubblicando molte cose. “In queste pagine Lemebel ci offre un punto di vista inedito sul vissuto delle persone omosessuali degli anni Ottanta e Novanta in America Latina. Il mondo queer, oltre ad affrontare la dittatura di Pinochet, in quegli anni vide dilagare anche l’epidemia di AIDS. Lemebel racconta il travestitismo omossessuale del Terzo Mondo, spesso in contrapposizione con il ‘mondo macho’ del Primo Mondo, omaggiando le protagoniste con una serie di ritratti indimenticabili, disegnati con tenerezza e compassione.”
Bélen López Peiró, Perché tornavi ogni estate, La nuova frontiera. Traduzione di Amaranta Sbardella.
Esce il 3 marzo ed è scritto da una ragazza giovanissima; un’opera che “partendo dall’esperienza personale e grazie alla letteratura, diventa un atto politico e un testo imprescindibile del femminismo latinoamericano”. “Sospetto, discredito, rifiuto: una vittima di abuso sessuale li affronta spesso. La giustizia, la polizia, gli avvocati e persino una parte della famiglia tituba davanti. alla notizia, dubita del racconto di una ragazzina. Con un linguaggio diretto e crudo, l’autrice scrive contro un sistema, contro la rete di omertà che ha cercato di farla tacere, e pure contro se stessa. E lo fa non solo per denunciare quei fatti, ma anche il contesto che li ha resi possibili e per ricostruire, attraverso la scrittura, ciò che la violenza di un uomo stimato da tutti ha spezzato”.
Francesco D'Isa, L'assurda evidenza. Un diario filosofico, Tlon.
”All’età di diciassette anni, una malattia costringe l’autore a una prolungata degenza e al prematuro confronto con la domanda: «Perché si soffre?». Da allora, nonostante la sua completa guarigione, quell’interrogativo ha avuto modo di ripresentarsi spesso. L’assurda evidenza è il racconto di un percorso iniziato su un letto di ospedale, nel cervello di un ragazzo che si chiedeva quale fosse il senso del dolore, e prosegue in un presente in continuo collegamento con il passato”.
Varie ed eventuali
Finalmente è tempo di Bookpride! Se vi va, mi trovate lì per due eventi. In uno parleremo dello stato dell’arte del racconto in Italia e nel mondo. Sarò in compagnia di Emanuele Giammarco, editore di Racconti Edizioni, e tre autori: Sergio Oricci, autore di Volevo essere Vincent Gallo (Pidgin), Alessandro Busi, autore di Fino all'inizio (Pièdimosca) e Carlo Sperduti, autore di due romanzi brevi e in uscita a maggio con una raccolta di racconti per Pidgin, Le regole di questi mondi. 5 marzo, ore 17.30, sala Lewis Carroll.
Nel secondo, io e Laura Pezzino parleremo di Joan Didion. 6 marzo, ore 13.30, sala George Orwell. Tenete sott’occhio il programma di Bookpride, ci vediamo lì.Ho scritto un articolo su La bastarda di Violette Leduc (Neri Pozza). Sul blog di KOBO.
Dove sono finite le stroncature? Un articolo di Vincenzo Latronico.
What if friendship, not marriage, was at the centre of life?
Camila Sosa Villada, autrice de Le Cattive (Sur), ha scritto nuovo libro.
Cinque domande a…
(La foto è di Alessandra Fuccillo)
Giulio Passerini è l’ufficio stampa delle edizioni E/O, e io ogni tanto mi chiedo: ma cosa deve significare essere l’ufficio stampa di E/O quando si lancia un libro (per esempio) di Ferrante? Ovviamente senza che Giulio sapesse di questa mia curiosità, ha risposto. Ma tralasciando questi dettagli, lo ringrazio per la disponibilità e la gentilezza, per tutte le chiacchiere fatte nel corso di questi milioni di anni di fiere dei libri ma soprattutto lo ringrazio perché è stata la prima persona a mettermi in mano un libro di Joan Didion, quasi un decennio fa. Devo la mia grande passione letteraria per Joan a un suo regalo e gli sarò grata per sempre.
1. Qual è il ricordo più bello che hai in E/O?
Forse i giorni del lancio della Vita bugiarda degli adulti di Elena Ferrante. Dopo il successo avuto dall’Amica geniale era attesissimo dai lettori e dalla stampa, c’era tanto da fare, parecchia pressione, non avevamo il tempo di respirare un secondo, eppure miracolosamente è andato tutto bene. È stato un momento molto bello, super eccitante, e anche un po’ terrificante. Un’adrenalina incredibile. Un altro momento irripetibile è stato il ritorno al Salone del libro dopo le peggiori ondate della pandemia: non sono uno che ama la folla, ma quel bagno di folla, con tutto quello che ha significato di speranza, gioia e umanità per me resta indimenticabile.
2. Qual è il libro pubblicato dalla casa editrice per cui lavori che ami di più? E perché?
Sono parecchi in realtà, anche se c’è un libro a cui sono legato particolarmente: Il lottatore di sumo che non diventava grosso di Eric-Emmanuel Schmitt. Ma non posso dire il perché, è un segreto.
3. Qual è il primo ricordo che hai con la lettura e/o con un libro?
Ne ho più di uno, direi che ci sono degli snodi che sono stati fondamentali nella mia vita di lettore. Il primo libro che mi ricordi credo sia Ponfi antifumo, di Roberto Piumini e Tiziana Zanetti, La coccinella, la storia di un irritante orsetto proibizionista che andava in giro a spegnere le sigarette alla gente, lo adoravo. Un altro passaggio importante è stata la scoperta di Clive Cussler durante le scuole medie, avrò letto almeno 10 libri con Dirk Pitt e Al Giordino, pieni di macchine d’epoca ed elicotteri che scoppiavano. Poi Daniel Pennac al liceo, tutta la saga dei Malaussène. Ecco, senza questi libri forse ora non sarei qui.
4. Che libro stai leggendo in questo momento?
Klara e il Sole di Kazuo Ishiguro, Einaudi editore, appena lo finisco inizierò L’eredità delle dee di Katerina Tuckova, Keller.
5. La tua libreria sta andando a fuoco e puoi salvare un solo libro per portarlo con te. Raccontaci quale e perché.
Nessun dubbio: Horcynus Orca di Stefano D’Arrigo, il più bel libro del Novecento italiano, una delle più grandi opere del Novecento mondiale. Un libro di una bellezza e di un’ambizione sconfinata, unico e senza discepoli.
Un link.
Un abbraccio virtuale. Da qualcuno nel mondo. (Via Blackie)
Un album.
Questa puntata è stata scritta ascoltando la playlist Hip Hop 90s.
Eccoci alla fine.
Come sempre, se hai qualcosa da dirmi, se vuoi salutarmi, per reclami e caramelle, puoi rispondere a questa mail.
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Per tutto il resto, ricordate che il primo gioco di giacca di pelle è anche il primo giorno di primavera; ci si risente prestissimo!
Baci stellari.
Silvia
L’autostrada disegnata è di Elisa Lipari.