Autostrada del sud #20
Benvenutə a una nuova puntata di Autostrada del Sud, la newsletter che è tornata a Milano e si gode settembre, il mese più bello.
Tra le poche certezze che avevo: La vita è troppo breve per rileggere libri già letti. Con le dovute eccezioni, ovvio: Camere separate, di Pier Vittorio Tondelli e Diglielo da parte mia, di Joan Didion. E Rayuela, che rileggo all’infinito, un capitolo a caso ogni tanto. Questa però è stata un’estate diversa. A parte i libri che troverete tra poco, e che ho letto per la prima volta, è stata soprattutto un’estate di riletture, che ho dovuto fare per un progetto a cui sto lavorando. È stato tendenzialmente strano, in un caso stranissimo. Per esempio: Altri libertini lo avevo letto quindici (QUINDICI - 15) anni fa e ne avevo un ricordo molto distante da quello di ora. Ovvi i motivi: in questi quindici anni la mia formazione di lettrice ha fatto un percorso, e io non sono più la stessa persona. Così mi sono resa conto che nel mio caso sbagliavo: rileggere non è tempo buttato, mi è servito a capire dove sono ora e chi sono diventata.
Comunque, come direbbe il vicedirettore del Post in Morning:
Questa è Autostrada del sud, cominciamo.
Alcuni libri letti in questi mesi.
Christopher Isherwood, Un uomo solo, Adelphi. Traduzione di Dario Villa.
Scritto nel 1964, è considerato il grande capolavoro di Isherwood, scrittore inglese che ha peregrinato in tutta Europa fino ad arrivare negli Stati Uniti alla fine degli anni ‘30. È la storia di George, un uomo inglese, insegnante in una scuola americana, di cui vediamo raccontata una sola giornata, una giornata come tante in cui l’uomo è alle prese con la solitudine, un passato prima felice e poi doloroso a causa della perdita del compagno, un futuro assolutamente impossibile da prevedere. George passa ogni secondo della sua giornata focalizzandosi sul presente, tra (molti) drink, pensieri ossessivi sull’amore (che sia quello perduto o quello ancora possibile), occhiate agli studenti sudati che giocano a tennis, la sensazione di estraneità rispetto al mondo in cui vive. Tom Ford ci ha fatto un film (bello) con Colin Firth, ma come è ovvio vi consiglio di leggere prima il libro.
Violette Leduc, L’affamata, La Rosa. Traduzione di Margherita Muratore.
È fuori produzione per ora, ma su eBay se ne trovano ancora alcune copie. Neri Pozza nel frattempo ha ripubblicato lo scorso autunno un romanzo di questa grandissima scrittrice francese e tra qualche mese ne pubblicherà un altro, quindi c’è da sperare che venga ripubblicato anche questo, prima o poi. L’affamata è stato pubblicato nel 1948 da Gallimard ed è un poema in prosa - a tratti allucinato e delirante - in cui, senza mai fare nomi, parla del suo amore per Simone de Beauvoir. Un amore non corrisposto e impossibile, che la divora e la rende preda di una costante fame, di una costante richiesta di attenzioni; un libro in cui tratta dell’amore, del desiderio e della sessualità. Non sempre una lettura facilissima (ritmo sincopato, scrittura delirante) ma a mio avviso una gemma.
Sarah Waters, Carezze di velluto, Ponte alle Grazie/Tea. Traduzione di Fabrizio Ascari.
Opera prima della scrittrice gallese, Carezze di velluto è ambientato in epoca tardo vittoriana ed è una sorta di romanzo di formazione (anche sentimentale/sessuale) di Nance, una ostricara della costa che approda a Londra mettendo piede nel mondo dei music-hall con una donna di cui si innamora. Oltre alla scoperta del suo desiderio (scene di sesso abbastanza colorite, per chi se lo chiedesse), Nan conoscerà il lusso e la ricchezza, ma anche la povertà e la solitudine più assolute. È libro storico per certi versi, una storia d’amore per altri, una riflessione sociale per altri ancora. Il tutto in una città ricostruita alla perfezione.
Valerio Callieri, È così che ci appartiene il mondo, Feltrinelli
A vent’anni da Genova e dal G8, in questo piccolo libro personale e politico, Valerio Callieri racconta il suo arresto a Bolzaneto, quello che ha visto, quello che è rimasto. QUI trovate la diretta IG in cui chiacchiero con l’autore di questa sua nuova uscita. Si vede anche il mio gatto che dorme sui dischi, se qualcuno fosse interessato.
Da recuperare o in uscita.
Mariana Enriquez, La nostra parte di notte, Marsilio. Traduzione di Fabio Cremonesi.
In lettura or ora. Enriquez, scrittrice argentina regina del realismo gotico tra le più talentuose della sua generazione, torna alla forma romanzo, raccontando di un padre e un figlio che intraprendono un viaggio attraverso l’Argentina negli anni della dittatura militare. L’uomo sta cercando di proteggere Gaspare, suo figlio, dal destino che gli è stato assegnato (non faccio spoiler). “Parla di stanze che si muovono; saloni che nascondono mostri inimmaginabili; rituali feroci; avventure nella Londra psichedelica degli anni settanta. Parla del rapporto tra padri e figli e del peso di un’eredità spaventosa. Sullo sfondo, la repressione della dittatura militare argentina, con la scomparsa e il ritorno incerto della democrazia”.
Mattei Trevisani, Libro del sangue. Atlantide.
Dopo Libro dei fulmini e Libro del sole, ecco una storia di sangue, nel senso di famiglia. “Matteo Trevisani un giorno di primavera riceve una mail con un albero genealogico della propria famiglia. Questa genealogia rispetto a quella conosciuta dal protagonista ha però una particolarità: a un certo punto le famiglie degli avi divergono, si distanziano, lasciando apparire nelle pieghe delle nascite e delle morti accadimenti terribili sconosciuti, segreti e naufragi ricorrenti. Inoltre questo albero non riporta soltanto nomi e date di nascita e di morte degli antenati di Matteo, ma anche il suo nome e la sua data di morte: 21 settembre 2021”. Una storia che ha tutti gli elementi per tenermi attaccata alla pagina. Sono curiosissima di leggerlo.
Joan Didion, Idee fisse, Il Saggiatore. Traduzione di Cristina Cecchi.
Va bene, sono solo 64 pagine. Ma sono 64 pagine di Joan Didion.
“In Idee fisse Joan Didion racconta la sua reazione personale al trauma collettivo e analizza la risposta dell’America, la narrazione monolitica che ne è scaturita – le «idee fisse» della guerra al terrorismo – e che a ben guardare propugnava una precisa agenda politica: nazionalismo, imperialismo, interesse economico. Attraverso gli occhi di Joan Didion vediamo i minuti in cui il futuro si è materializzato davanti a noi, (…) viviamo l’evento storico che più ha segnato il nostro tempo, (…) sgretoliamo le certezze che ci hanno spacciato da vent’anni a questa parte.”
Graham Swift, Ultimo giro, Neri pozza. Traduzione di Grazia Gatti.
“Quattro amici di lungo corso si ritrovano in un pub di Bermondsey. Per anni a quel bancone si sono riuniti per bere e scherzare, ma oggi è un giorno diverso dagli altri: Jack Dodds, macellaio di fiducia, se ne è andato. Il suo ultimo desiderio, espresso in una lettera verbosa e formale, riguarda le sue ceneri, che devono essere buttate in mare alla fine del molo di Margate. Chi, meglio degli amici di una vita e del suo figliastro, potrebbe incaricarsi di eseguire le sue ultime volontà? Vincitore del Man Booker Prize nel 1996, Ultimo giro è un romanzo ironico, commovente e profondamente umano che, attraverso il racconto di una grande amicizia, si trasforma in una potente celebrazione della vita.”
Simone de Beauvoir, La femminilità, una trappola. Scritti inediti 1927-1983. L’orma. Traduzione di Elena Cappellini, Beatrice Carvisiglia, Camilla Diez, Claudia Romagnuolo, Elena Vozzi.
“Icona del femminismo, infaticabile smascheratrice di ogni pregiudizio di genere, acuta intellettuale capace di trasformare la propria analisi filosofica in un’appassionante presa di posizione politica: Simone de Beauvoir emerge in tutto il suo portato di attualità in questa raccolta di testi fino a oggi inediti in italiano. Dal primo articolo dato alle stampe, passando per un intenso ritratto di Sartre, interviste personali e articoli di lungimirante militanza, fino ad arrivare agli interventi più tardi sulla società dell’immagine, questi scritti vibrano dell’urgenza di un pensiero che, spronando all’inquietudine, è in grado di aprire nuovi squarci sul mondo.”
Varie ed eventuali.
Torna il Festival Letteratura di Mantova, dall’8 al 12 settembre. Ma anche Babel Festival.
Vi ricordate Cat Person, Il racconto uscito sul New Yorker e diventato virale? Una persona ha riscontrato molte molte molte affinità con una cosa successa a lei, al punto da credere di esserne la protagonista e scriverci un pezzo.
Virginia Woolf e Vita Sackville-West (in ogni salsa).
La mia amica Matilde ha recuperato tutte le riviste letterarie italiane attive.
Un racconto di Sally Rooney (a proposito, il suo nuovo romanzo, Beautiful world, where are you, esce domani).
La mappa dei libri più tradotti al mondo, per ogni Paese.
Cinque domande a…
Rina Edizioni è una casa editrice indipendente romana nata pochi anni fa. Si è posta un obiettivo bellissimo, “riscoprire e recuperare figure “dimenticate”, riportando alla luce l’esperienza e il contributo di quelle donne dalla voce coraggiosa, estromesse dal canone letterario e obliate. La ricerca comprende opere edite e inedite di narrativa e poesia di autrici italiane e straniere – oltre che fuori collana come ricettari, testi illustrati e fumetti – da cui sono nate due collane distinte”. La prima è Libertarie, dedicata alle scrittrici della letteratura italiana; la seconda è Água viva, la collana di letteratura straniera. Alle cinque domande di questo mese risponde Michela Dentamaro, editrice di Rina, che ringrazio per la gentilezza e la disponibilità.
1. Qual è il ricordo più bello che hai in Rina?
Trattandosi di una casa editrice ancora giovane, e proprio nel secondo anno rallentata dalla pandemia, purtroppo le occasioni per sperimentare e accumulare ricordi sono state poche. Se dovessi però ripensare alle primissime esperienze di lavoro, presentazioni e fiere, credo che il ricordo a cui sono più affezionata risalga all’inizio del 2019 in occasione di un incontro con i ragazzi di un paio di classi di terza media presso una biblioteca comunale di Roma. Insieme alle bibliotecarie avevamo organizzato una mostra sul ruolo delle donne italiane nella Grande Guerra a partire dal libro Parla una donna di Matilde Serao. La ricordo come un’esperienza stimolante per il coinvolgimento e l’interesse di quei ragazzi, e la loro curiosità verso un aspetto poco trattato dai programmi scolastici è stato motivo di incoraggiamento e spinta per il mio lavoro.
2. Qual è il libro pubblicato dalla casa editrice per cui lavori che ami di più? E perché?
Il prossimo in uscita, e non lo dico per autopromozione o altro, è davvero uno dei libri a cui tengo di più – per il momento perché il lavoro di ricerca è così, pieno di scoperte sorprendenti in ogni senso – si tratta di una raccolta di racconti di una scrittrice straordinaria, troppo poco considerata, pubblicata nel 1941 esattamente ottant’anni fa.
3. Qual è il primo ricordo che hai con la lettura e/o con un libro?
In realtà ho più di un ricordo: il primissimo risale alle tante sere in cui mio padre mi leggeva Matilda, Il GGG, Le streghe, che poi ho riletto da sola. Ricordo le prime letture de Il battello a vapore e gli illustrati di Scarry, ma il libro che più di tutti ha accompagnato la mia infanzia e che rileggo costantemente è Platero e io di Juan Ramón Jiménez.
4. Che libro stai leggendo in questo momento?
Come sempre ne sto leggendo più di uno. Tralasciando le letture lavorative, in questo periodo alterno Il peso delle cose di Marianne Fritz, Mandibula di Mònica Ojeda e le poesie di Francesca Genti.
5. La tua libreria sta andando a fuoco e puoi salvare un solo libro per portarlo con te. Raccontaci quale e perché.
Cito di nuovo Platero e io perché è un libro che amo molto, mi ha avvicinato alla poesia ed è la mia “coperta di Linus”. È difficile scegliere, soprattutto per me che non sono brava a farlo, probabilmente salverei gli amati libri di Moravia, a cui ho dedicato i miei anni di studio universitario, e sicuramente Le favole del ferro da stiro - ricordi di Germana Marucelli scritti da Fernanda Pivano, libro che ho inseguito per quasi due anni e che, con enorme gioia e incredulità, mi è stato regalato recentemente.
Una specie di gruppo di lettura.
Calo le braghe. Non sono riuscita a leggere né il libro di luglio né quello di agosto, ma ho una giustificazione ottima e credibile, che potrò darvi tra un po’. Settembre, per chi riesce, è il mese di Figure nel salotto, di Norah Lange (Adelphi). Io almeno per ancora un mesetto sono fuori gioco, poi ritorno in carreggiata.
G̶e̶n̶n̶a̶i̶o̶:̶ ̶H̶o̶ ̶p̶a̶u̶r̶a̶ ̶t̶o̶r̶e̶r̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶P̶e̶d̶r̶o̶ ̶L̶e̶m̶e̶b̶e̶l̶ ̶(̶M̶a̶r̶c̶o̶s̶ ̶y̶ ̶M̶a̶r̶c̶o̶s̶)̶
F̶e̶b̶b̶r̶a̶i̶o̶:̶ ̶L̶a̶ ̶p̶a̶s̶s̶i̶o̶n̶e̶ ̶s̶e̶c̶o̶n̶d̶o̶ ̶G̶.̶H̶.̶,̶ ̶d̶i̶ ̶C̶l̶a̶r̶i̶c̶e̶ ̶L̶i̶s̶p̶e̶c̶t̶o̶r̶ ̶(̶F̶e̶l̶t̶r̶i̶n̶e̶l̶l̶i̶)̶
̶M̶a̶r̶z̶o̶:̶ ̶O̶p̶e̶r̶a̶z̶i̶o̶n̶e̶ ̶m̶a̶s̶s̶a̶c̶r̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶R̶o̶d̶o̶l̶f̶o̶ ̶W̶a̶l̶s̶h̶ ̶(̶L̶a̶ ̶n̶u̶o̶v̶a̶ ̶f̶r̶o̶n̶t̶i̶e̶r̶a̶)̶
A̶p̶r̶i̶l̶e̶:̶ ̶L̶a̶ ̶n̶e̶v̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶’̶a̶m̶m̶i̶r̶a̶g̶l̶i̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶Á̶l̶v̶a̶r̶o̶ ̶M̶u̶t̶i̶z̶ ̶(̶E̶i̶n̶a̶u̶d̶i̶)̶
M̶a̶g̶g̶i̶o̶:̶ ̶I̶l̶ ̶v̶i̶a̶g̶g̶i̶o̶ ̶p̶r̶e̶m̶i̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶J̶u̶l̶i̶o̶ ̶C̶o̶r̶t̶á̶z̶a̶r̶ ̶ ̶(̶S̶u̶r̶)̶
G̶i̶u̶g̶n̶o̶:̶ ̶S̶i̶l̶l̶a̶b̶e̶ ̶d̶i̶ ̶f̶u̶o̶c̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶G̶a̶b̶r̶i̶e̶l̶a̶ ̶M̶i̶s̶t̶r̶a̶l̶ ̶(̶B̶o̶m̶p̶i̶a̶n̶i̶)̶
L̶u̶g̶l̶i̶o̶:̶ ̶U̶n̶’̶i̶n̶n̶o̶c̶e̶n̶t̶e̶ ̶c̶r̶u̶d̶e̶l̶t̶à̶,̶ ̶d̶i̶ ̶S̶i̶l̶v̶i̶n̶a̶ ̶O̶c̶a̶m̶p̶o̶ ̶(̶L̶a̶ ̶n̶u̶o̶v̶a̶ ̶f̶r̶o̶n̶t̶i̶e̶r̶a̶)̶
A̶g̶o̶s̶t̶o̶:̶ ̶D̶e̶l̶l̶’̶a̶m̶o̶r̶e̶ ̶e̶ ̶d̶i̶ ̶a̶l̶t̶r̶i̶ ̶d̶e̶m̶o̶n̶i̶,̶ ̶d̶i̶ ̶G̶a̶b̶r̶i̶e̶l̶ ̶G̶a̶r̶c̶i̶a̶ ̶M̶a̶r̶q̶u̶e̶z̶ ̶(̶M̶o̶n̶d̶a̶d̶o̶r̶i̶)̶
Settembre: Figure nel salotto, di Norah Lange (Adelphi)
Ottobre: Finzioni, di Jorge Louis Borges (Adelphi)
Novembre: Impalcature, di Mario Benedetti (Nottetempo)
Dicembre: L’angelo dell’abisso, di Ernesto Sabato (Sur) (È consigliato, ma non obbligatorio, leggere prima Il tunnel e Sopra eroi e tombe).
Spore.
Ve lo ricordate Spore, Il mio progetto di bookcrossing? (ne avevamo parlato nella puntata 17) Il libro ha fatto una terza tappa a Latina, e ora è in già viaggio verso nuovi lidi.
Un link.
Un album.
Questa puntata è stata scritta ascoltando International, dei Lust For Youth (se questo non è un disco estivo, non so proprio cosa lo possa essere)
Anche questa volta siamo arrivatə alla fine.
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Ci vediamo presto, nel frattempo state lontanə dalle polemiche su Twitter e non prendete freddo.
Un abbraccio,
Silvia
L’autostrada disegnata è di Elisa Lipari.