Autostrada del Sud #19
Benvenutə a una nuova puntata di Autostrada del Sud, la newsletter che si è vaccinata, ha pianificato le ferie e non sa se riuscirà a reggere tutte queste emozioni insieme.
Alcuni libri letti in questo mese.
Edouard Louis, Combats et métamorphoses d'une femme, Éditions du Seuil.
Il nuovo libro di Louis, il quarto, è uscito in Francia il primo aprile e arriverà in Italia a settembre (spoiler: non sarà per Bompiani come i precedenti tre). Se nel primo (En finire avec Eddy Belleguele) Louis raccontava il bullismo, il sessismo e la violenza che hanno accompagnato la sua infanzia e la sua adolescenza; se nel secondo (Histoire de la violence) raccontava lo stupro e il tentato omicidio subìto a Parigi la sera di Natale per mano di un ragazzo di nome Reda; se nel terzo (Qui à tué mon père) raccontava la vita del padre e della politica francese attraverso il corpo del genitore, qui racconta di sua madre, una donna con quattro figli che si trova ad affrontare un marito alcolizzato e una vita fatta di povertà, affanni, umiliazioni e prevaricazioni maschili. Racconta la sua lotta e la sua metamorfosi, la sua fuga dalla campagna e il suo tentativo di emancipazione. Lo fa a volte parlando direttamente a lei, a volte raccontandolo la sua storia ai lettori.
Abdellah Taïa, L’esercito della salvezza, Isbn. Traduzione di Stefano Valente.
Pubblicato per l’ormai scomparsa ISBN, L’esercito della salvezza è il primo libro di Taïa, ora tornato nelle librerie italiane con La vita lenta (selezionato al Goncourt 2019 e menzione speciale al Prix Roman Gay 2019) per Funambolo edizioni. È un libro che racconta l’educazione sentimentale di Adbellah Taïa, dall’infanzia in Marocco, la scoperta della sua omosessualità, l’amore impossibile per il fratello più grande, fino all’arrivo a Ginevra per studiare, dove sarà ospite dell’Esercito della Salvezza e dove conoscerà il degrado, la solitudine ma dove potrà anche finalmente essere se stesso e trovare il suo posto del mondo, da cui partire verso qualcosa di nuovo.
Kae Tempest, Hold your own - Resta te stessa, E/O. Traduzione di Riccardo Duranti
Kae Tempest, poeta e scrittorə inglese, prende spunto dal mito del profeta cieco Tiresia per scrivere un racconto in versi che partendo dal mito (Tiresia è un giovane che viene punito dagli dei, cambia genere più volte ed è dotato di poteri divinatori) “si muove tra gli opposti: giovinezza ed esperienza, sesso e amore, ricchezza e povertà, comunità e alienazione”. “Intrecciando elementi del mito classico, autobiografia e opinioni sulla nostra società, Tempest sfrutta la storia di Tiresia per creare un poema diviso in quattro sequenze che attraversano l’infanzia, la maturità dell’uomo, la maturità una volta che è stato tramutato in donna, e infine l’esperienza da profeta cieco”.
Da recuperare o in uscita.
Cynthia Rimsk, Il futuro è un posto strano, Edicola Ediciones. Traduzione di Silvia Falorni.
Uscito il 23 giungo, Il futuro è un posto strano racconta una storia di perdita della memoria (mio grande pallino, come ormai avete avuto modo di vedere), “disillusione politica, rottura con il passato, e l’autrice lo fa trasformando, grazie alle armi dell’ironia, l’epica della Storia in una pantomima, la tragedia della disintegrazione personale e sociale in una comédie humaine della contemporaneità”. L’ex marito della protagonista vuole trascinarla in tribunale per abbandono del tetto coniugale. Lei non ricorda cosa sia successo, o non vuole farlo ma è costretta a mettere insieme i pezzi del suo passato per difendersi e si trova a unire documenti, appunti, informazioni, ricordi altrui. “Quasi come se la storia riguardasse un’altra, scopre così una vita di lotta contro la dittatura, ideali e solidarietà, vicinanza con i compagni di partito, proteste e sparizioni.”
Kae Tempest, Un arpeggio sulle corde, E/O. Traduzione di Riccardo Duranti.
“Un arpeggio sulle corde è la prima raccolta di poesie che Kae Tempest ha pubblicato dopo il successo ottenuto con Hold your own. In una serie di poesie, rap, frammenti e schizzi squisitamente modulati, Tempest descrive il crepacuore connesso con la fine di un rapporto e la gioia che circonda l’inizio di un nuovo amore; ma ci racconta anche quello che succede nel mezzo di questo processo, quando il cuore è tirato da tutte le parti”.
Sylvie Richterová, Topografia, Rina edizioni. Traduzione di Caterina Graziadei e Sylvie Richterová.
“«Topografia» di Sylvie Richterová è il racconto di un viaggio dalle coordinate evanescenti, durante il quale incontriamo una famiglia ceca alle prese con una sgangherata vacanza in Jugoslavia, un bambino nato «nero come un’ombra, immateriale come uno spettro», un uomo che, per salvare il bilancio familiare, da Praga va a Parigi per tentare di vendere un’incisione di Dürer, un giovane fuoriuscito che un sabato arriva a Roma con l’intenzione di raccontare a tutti cosa sta succedendo oltrecortina. E ancora mille individui, città, strade e notti bianche, una festa melancolica, colma di umorismo, che sembra rispondere al vivido proclama di Lautréamont: «Io, come i cani, provo il bisogno dell’infinito».”
Walter Dean Myers, Monster, Marcos y Marcos. Traduzione di Paolo Ippedico.
Walter Dean Myers ha dichiarato che il libro che gli ha cambiato la vita è Sonny’s Blues di James Baldwin. Da allora, Myers si è dato come obiettivo quello di “rendere visibili gli invisibili”, a beneficio di tutti gli altri. Ha scritto più di cento libri e al centro c’è sempre la ricchezza e la complessità che la diversità etnica comporta. Monster è la storia di Steve Harmon, che è in prigione ed è accusato di aver fatto il palo durante una rapina finita male. Per far fronte alla paura decide di raccontare il suo processo ricorrendo alla sua passione più grande: il cinema. La sua storia è raccontata come fosse un film. Non dico per dire, davvero: *come un film*.
Varie ed eventuali.
Il primo numero dei nuovi Quanti Einaudi, dedicato alla speranza.
Un podcast (bellissimo) su Maria Silvia Spolato, la prima donna ad aver fatto un coming out pubblico in Italia. Lo ha scritto Sara C. Poma.
Julian Barnes on The Sense of an Ending: ‘I learned to do more by saying less’
Borges, peronismo e i sentieri che si biforcano. Su Caras y Caretas.
Natalie Diaz ha vinto il premio Pulitzer per la poesia con la sua raccolta Postcolonial Love poem (spoiler: è bellissima).
Le donne che hanno avuto la meglio sul deserto, un reportage su quattro donne che hanno trovato un modo per portare acqua in una zona desertica dell’Equador (via Sudamericana, la newsletter di Internazionale).
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Cinque domande a…
Edicola Ediciones è una casa editrice italo-cilena che adoro. È nata nel 2013 a Santiago e dal 2015 ha anche una sede italiana, a Ortona, nell’edicola di famiglia dove il progetto editoriale ha avuto inizio. Gli editori si chiamano Alice Rifelli e Paolo Primavera, sono sposati e hanno deciso di pubblicare autori cileni in Italia e autori italiani in Cile. Da buona lettrice di sudamericani, nel loro catalogo trovo sempre delle gemme e apprezzo la cura, la dedizione e la gentilezza con cui fanno il loro lavoro, si presentano agli altri, parlano con i lettori e si ritagliano il loro spazio in un mare gigantesco. In attesa di camminare per Santiago e poi prendere un bus per Valparaíso, o anche solo in attesa di bere un caffè con loro, ho fatto cinque domande ad Alice, che ringrazio tantissimo per un sacco di cose.
1. Qual è il ricordo più bello che hai in Edicola?
A ottobre 2019 si è accesa in Cile un’ondata di proteste contro lo stato e il sistema, patriarcale e neoliberale. In quel momento avremmo dovuto essere a Santiago, come ogni anno, ma avevamo da poco saputo di aspettare Anita e avevamo deciso di restare in Italia. Dal Cile ci arrivavano notizie incredibili: da una parte l’energia e la forza dei manifestanti, dall’altra la violenza spaventosa della repressione. Volevamo dare il nostro contributo ma non sapevamo come. Fino a quando, per far sentire la nostra vicinanza ad amici e colleghi cileni e informare chi ci segue in Italia, abbiamo tradotto un articolo della scrittrice Nona Fernández che spiegava bene la situazione. Ricordo perfettamente il titolo: “La grande beffa”. Si trattava di un articolo lucido e tagliente, scritto nello stile unico di Nona ma non ci saremmo mai aspettati di suscitare così tanto interesse. E invece nelle settimane successive, grazie a una rete spontanea di traduttori volontari, abbiamo continuato a selezionare, tradurre e pubblicare sul nostro blog articoli, cronache e riflessioni di grande valore e intensità, grazie ai quali molti lettori italiani hanno saputo senza filtri cosa stava succedendo in Cile in quei momenti drammatici. È stato un momento molto emozionante: abbiamo accorciato le distanze tra i due paesi ma in un modo per noi nuovo.
2. Qual è il libro pubblicato dalla casa editrice per cui lavori che ami di più? E perché?
Temo che la mia risposta sia poco originale, ma non è per togliermi dall’imbarazzo della scelta che dico che il libro che amo di più è quello che devo ancora scoprire, leggere e curare. È questa ricerca continua che mi fa amare ogni giorno questo mestiere.
C’è però un libro a cui sono legati ricordi di particolare dolcezza ed è la raccolta illustrata delle prose poetiche di Gabriela Mistral. L’atto di fiducia dell’editore cileno nell’affidarci questa autrice importante, la fase di selezione dei testi, la traduzione spinosa - a cura di Maria Nicola e Giorgia Esposito, che hanno fatto un lavoro straordinario -, l’opportunità di sciogliere gli ultimi dubbi linguistici insieme a Pedro Pablo Zegers Blachet, allora vice-direttore della Biblioteca Nazionale del Cile e tra i massimi esperti dell’opera di Mistral, le ricerche appassionate condotte per la stesura di un articolo, fino al viaggio a Vicuña, il minuscolo paesino nel Sud del Cile dove la futura Premio Nobel nacque nel 1889. Sono molto affezionata “a la Gabriela”, come si direbbe in Cile. A marzo dello scorso anno, durante il primo difficile confinamento, ho chiesto a famiglie amiche di leggere alcuni brani tratti dal suo libro (Regno Animale. Prosa poetica dell’acqua e del vento). Ne è nata una serie molto divertente di video, in italiano e spagnolo, che spero abbiano tenuto un po’ di compagnia a bambine e bambini dei due mondi.
3. Qual è il primo ricordo che hai con la lettura e/o con un libro?
Un’edizione sgualcita del Mago di Oz, ne ricordo vagamente i colori - blu e verde - la consistenza porosa della carta, il formato grande e l’odore di umido. Me lo trascinavo in giro per una casa delle vacanze, forse era Turchia ma la memoria inganna, faceva molto caldo e c’era quella luce dei pomeriggi d’estate, quella che entra dalle serrande abbassate disegnando geometrie sul pavimento. Poi mi arrampicavo sul letto, mi stendevo a pancia in su, accavallavo una gamba sull’altra come vedevo fare a mio padre e iniziavo a leggere.
4. Che libro stai leggendo in questo momento?
A parte le letture per Edicola in questo momento sto leggendo un testo di musicoterapia di Giulia Cremaschi, insegnante di pianoforte con un innovativo approccio pedagogico, e il libro di Fran Lebowitz, che per lo sguardo ironico e burbero mi ricorda un po’ Pedro Lemebel.
5. La tua libreria sta andando a fuoco e puoi salvare un solo libro per portarlo con te. Raccontaci quale e perché.
Ho fatto talmente tanti traslochi, ho passato così tanti anni lontana dai miei libri, sapendoli rinchiusi in scatoloni nel garage dei miei genitori o in una cantina in affitto in Cile, che ho imparato a staccarmene emotivamente. Adesso poi che io e Paolo (Primavera, l’altra metà di Edicola) abbiamo “fatto il nido” in Abruzzo ci si sono mischiati anche i libri. Quindi addio senso di proprietà. Ma se in mezzo alle fiamme dovessi rischiare il braccio per salvarne solo uno sarebbe una copia di Furore, non quella su cui ho letto il capolavoro di Steinbeck - quella probabilmente era presa in prestito in biblioteca - ma una vecchia edizione comprata a un mercatino di beneficienza di una sagra di paese. In mezzo a centrini ricamati all’uncinetto e utensili da cucina anni Ottanta, sembrava stesse aspettando me. L’ho salvata una volta, la salverei ancora!
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Una specie di gruppo di lettura.
Giugno era il mese Sillabe di fuoco, di Gabriela Mistral, edito da Bompiani e a cura di Matteo Lefèvre. Chiariamo subito una cosa: non l’ho finito, l’ho “spizzicato”. E non perché non mi piacesse, ma perché le giornate hanno solo 24 ore, una cosa da non credere. Chiariamone un’altra: io proprio non sono capace di dire qualcosa di sensato e degno di nota sulle raccolte poetiche. Non sono una lettrice accanita di poesia ma mi piace molto leggerla. Direi che ne leggo abbastanza. Solo che non riesco a elaborare un pensiero critico quando si parla di versi, quindi diremo le cose basilari. Gabriela Mistral è lo pseudonimo di Lucila Godoy Alcayaga, cilena e prima persona sudamericana ad aver vinto il Nobel per la letteratura nel 1945, “per la sua opera lirica che, ispirata da potenti emozioni, ha reso il suo nome un simbolo delle aspirazioni idealiste di tutto il mondo latinoamericano.” Le sue poesie declinano ogni forma di sentimento umano. E in effetti, a leggere questi componimenti, si ha la sensazione di un’opera-mondo. L’amore, certo. Ma anche il rapporto con la terra, il simbolismo, il Cile, il rapporto con il sacro, l’aldilà, la spiritualità.
A luglio dovremmo leggiamo Un’innocente crudeltà di Ocampo e ad agosto Dell’amore e di altri demoni di Marquez.
G̶e̶n̶n̶a̶i̶o̶:̶ ̶H̶o̶ ̶p̶a̶u̶r̶a̶ ̶t̶o̶r̶e̶r̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶P̶e̶d̶r̶o̶ ̶L̶e̶m̶e̶b̶e̶l̶ ̶(̶M̶a̶r̶c̶o̶s̶ ̶y̶ ̶M̶a̶r̶c̶o̶s̶)̶
F̶e̶b̶b̶r̶a̶i̶o̶:̶ ̶L̶a̶ ̶p̶a̶s̶s̶i̶o̶n̶e̶ ̶s̶e̶c̶o̶n̶d̶o̶ ̶G̶.̶H̶.̶,̶ ̶d̶i̶ ̶C̶l̶a̶r̶i̶c̶e̶ ̶L̶i̶s̶p̶e̶c̶t̶o̶r̶ ̶(̶F̶e̶l̶t̶r̶i̶n̶e̶l̶l̶i̶)̶
̶M̶a̶r̶z̶o̶:̶ ̶O̶p̶e̶r̶a̶z̶i̶o̶n̶e̶ ̶m̶a̶s̶s̶a̶c̶r̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶R̶o̶d̶o̶l̶f̶o̶ ̶W̶a̶l̶s̶h̶ ̶(̶L̶a̶ ̶n̶u̶o̶v̶a̶ ̶f̶r̶o̶n̶t̶i̶e̶r̶a̶)̶
A̶p̶r̶i̶l̶e̶:̶ ̶L̶a̶ ̶n̶e̶v̶e̶ ̶d̶e̶l̶l̶’̶a̶m̶m̶i̶r̶a̶g̶l̶i̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶Á̶l̶v̶a̶r̶o̶ ̶M̶u̶t̶i̶z̶ ̶(̶E̶i̶n̶a̶u̶d̶i̶)̶
M̶a̶g̶g̶i̶o̶:̶ ̶I̶l̶ ̶v̶i̶a̶g̶g̶i̶o̶ ̶p̶r̶e̶m̶i̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶J̶u̶l̶i̶o̶ ̶C̶o̶r̶t̶á̶z̶a̶r̶ ̶ ̶(̶S̶u̶r̶)̶
G̶i̶u̶g̶n̶o̶:̶ ̶S̶i̶l̶l̶a̶b̶e̶ ̶d̶i̶ ̶f̶u̶o̶c̶o̶,̶ ̶d̶i̶ ̶G̶a̶b̶r̶i̶e̶l̶a̶ ̶M̶i̶s̶t̶r̶a̶l̶ ̶(̶B̶o̶m̶p̶i̶a̶n̶i̶)̶
Luglio: Un’innocente crudeltà, di Silvina Ocampo (La nuova frontiera)
Agosto: Dell’amore e di altri demoni, di Gabriel Garcia Marquez (Mondadori)
Settembre: Figure nel salotto, di Norah Lange (Adelphi)
Ottobre: Finzioni, di Jorge Louis Borges (Adelphi)
Novembre: Impalcature, di Mario Benedetti (Nottetempo)
Dicembre: L’angelo dell’abisso, di Ernesto Sabato (Sur) (È consigliato, ma non obbligatorio, leggere prima Il tunnel e Sopra eroi e tombe).
Spore.
Ve lo ricordate Spore, Il mio progetto di bookcrossing? (ne avevamo parlato nella puntata 17) Ebbene, il libro ha fatto una seconda tappa in un orto a Roma e si prepara al prossimo viaggio.
Un link.
Macondo, un podcast di Treccani sull’America Latina, fatto da Federico Larsen e Federico Nastasi.
Un album.
Questa puntata è stata scritta ascoltando I Am A bird Now, di Antony and the Johnsons.
Anche per questa volta è tutto.
Questa newsletter si prende una pausa per l’estate, anche se continuerà a lavorare. Ci si risente a settembre o giù di lì.
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Ricordatevi di bere molta acqua e di mettere la crema solare, anche se state in città.
Un abbraccio,
Silvia
L’autostrada disegnata è di Elisa Lipari.