Autostrada del sud #10
Benvenutx a una nuova puntata di Autostrada del Sud, la newsletter con cadenza totalmente casuale che parla dei libri che ho letto, quelli che vorrei leggere, quelli che usciranno e che vi segnala qualche link interessante.
Doveva essere un'estate tremenda, è stata una bella estate e prima che il mio catastrofismo da nuovo lockdown prenda piede, eccomi qui a dare un senso al mio calendario interiore, mettendomi come obiettivo quello di mandare la newsletter dopo quattro mesi, pochi giorni prima del nuovo inizio dell'anno.
Tra le cose che ricorderò di questi mesi: sono stata aggredita da un gallo (no joke), ho imparato alcune parole di lingue alle mie orecchie incomprensibili, ho comprato tutti i filtrini al mentolo ancora rimasti sul mercato italiano (è una storia lunga), ho visto posti bellissimi, ho molto pensato.
Non so voi, io d'estate leggo pochissimo. Parto sempre con grandi piani (è l'anno di Infinite Jest!), grandi speranze (è l'anno di 2666!), grandi promesse (cascasse il mondo finirò quel mattone ungherese!), poi finisco per scrivere molto (e viva dio), giocare a briscola in spiaggia stupendomi di come le persone si ricordino tutte le carte già passate, sfogliare Internazionale facendo finta di non essere interessata all'oroscopo, o semplicemente bere una birra seduta sull'erba guardando per aria e senza fare assolutamente NIENTE, godendomi la vita.
Questo era per dire che non troverete moltissimi libri letti in questa puntata, anche se di cose di cui parlare ce ne sono eccome.
Dove eravamo rimasti.
Volevo leggere Le transizioni di Pajtim Statovci (Sellerio, traduzione di Nicola Rainò) e così ho fatto. Che libro bellissimo.
La storia è quella di Bujar, un ragazzo di Tirana che può trasformarsi in una donna, e che racconta la storia della sua vita: l'infanzia povera con i genitori e la sorella in Albania, l'amicizia e il rapporto di co-dipendenza con Agim, rifiutato dalla famiglia, il loro lanciarsi verso una vita nuova, spinti dalla speranza e dalla passione. Prima per le strade di Tirana, poi sulla costa, fino ad approdare in Italia con una barca. Il racconto in prima persona di Bujar ci trascina nella sua vita solitaria e umiliata, alla ricerca di un mondo nuovo, fluido e aperto in cui potersi liberare senza paura.
Stavo leggendo L'isola dei senza memoria di Yoko Ogawa, finalista all'International Book Prize e pubblicato in Italia da Il Saggiatore con la traduzione di Laura Testaverde. Alla fine non mi ha appassionata, nonostante l'idea sia geniale e il libro scorra che è una meraviglia, e ho capito perché: la letteratura giapponese - semplicemente - non fa per me. Non riesco a ricordare un libro giapponese che mi abbia fatta innamorare per davvero. Credo ci sia un grosso gap tra me e il loro modo di raccontare, di strutturare le frasi, e sentivo, nel leggerlo, qualcosa che si inceppava nella mia esperienza di lettura. Se volete consigliarmi libri giapponesi bellissimi, sapete dove trovarmi. Sarei felice di cambiare idea.
Poi.
Ocean Vuong, Brevemente risplendiamo sulla terra. La nave di Testo, traduzione di Claudia Durastanti.
Si è parlato così tanto di questo libro che aggiungere qualcosa credo possa diventare superfluo e ridondante.
Questo libro mi ha avvolta, mi ha regalato strani sogni per qualche settimana, mi ha lasciato immagini vive e ne ha create altre nella mia testa. Primo romanzo di Vuong (è un poeta, le sue poesie in Italia sono sempre pubblicate da La nave di Teseo) racconta di Little Dog, di sua madre Rose e della loro famiglia. Arrivati in America dal Vietnam nel 1990 con la nonna Lan, Rose lavora in un centro di manicure e pedicure, non parla inglese e ha violenti scoppi d'ira verso il figlio. Lan ha vissuto la guerra del Vietnam ed è scappata da un matrimonio combinato. Little Dog scrive una lettera a sua madre; una lettera che lei non sarà in grado di interpretare a causa della lingua. Si instaura quindi un dialogo impossibile, che pure non è un monologo, in cui il ragazzo ripercorre la sua vita e quella della sua famiglia, in cui racconta la violenza, la scoperta del desiderio, e anche uno squarcio, un doppio distacco: quello dal Vietnam della sua famiglia e quello che attuerà lui stesso uscendo dalla casa materna. Da leggere con la matita in mano, vorrete sottolineare molte cose, per ricordarle.
Off topic: Ocean Vuong prenderà parte al progetto Future Library, un progetto artistico norvegese che vede scrittori contemporanei scrivere opere che rimarranno non lette fino al 2114, per poi essere aperte e stampate su 1000 alberi che stanno crescendo a Oslo. Ocean Vuong è il settimo scrittore a prendere parte al progetto, subito dopo Margaret Atwood, David Mitchell, Sjón, Elif Shafak, Han Kang e Karl Ove Knausgård.
Ta-Nehisi Coates, Il danzatore dell'acqua. Einaudi, traduzione di Norman Gobetti.
L'ho trovato nella cassetta della posta il giorno in cui sono partita per le vacanze e l'ho portato con me. Esce il 22 settembre e fino ad allora c'è il divieto totale su tutto. Non si possono citare pezzi e non si possono fare recensioni, quindi mettiamola così: Il danzatore dell'acqua è il primo romanzo del giornalista e scrittore Ta-Nehisi Coates, una delle voci più autorevoli della cultura americani di oggi. E per quello che ho letto finora posso dire che è molto molto molto bello. (Non è una recensione, giusto?)
Marieke Lucas Rijneveld, Il disagio della sera. Nutrimenti, traduzione di Stefano Musilli.
Se ne parla già da un po', anche se in Italia è passato abbastanza in sordina. Due giorni fa ha vinto l'International Booker Prize, ovvero il premio più importante riservato ai libri tradotti in lingua inglese. Marieke è olandese e non si riconosce né nel genere femminile né in quello maschile. Ha 29 anni ed è la persona più giovane ad aver vinto questo premio. Il disagio della sera è stato pubblicato in Italia dalla casa editrice Nutrimenti. Racconta di Jas, una ragazzina di dieci anni, e della perdita improvvisa del fratello, che muore in un incidente dopo che Jas stessa aveva desiderato che morisse al posto del suo coniglio.
Ne parlano tutti come un talento già brillante, che ha saputo narrare la forma del dolore, la perdita e la scomparsa dell'innocenza. Va recuperato. Flannery O'Connor, Il cielo è dei violenti. Minimum Fax, traduzione di Gaja Cenciarelli.
Il cielo è dei violenti torna finalmente in libreria con una nuova traduzione, grazie ai tipi di Minimum fax. Era stato pubblicato da Einaudi nella collana Le letture, con la traduzione di Ida Omboni, ma non si trovava più sul mercato da diversi anni. È un libro feroce e affilato e racconta la storia di Francis, un ragazzo costretto a crescere con un prozio fanatico religioso dopo essere stato di fatto rapito dal nipote del vecchio, Ryber, che vive in città, insegna ed è un uomo di scienza. Il prozio Mason, invece, vive nei boschi ed è convinto di essere un profeta. Non solo: prima di morire impartisce l'ordine a Francis di battezzare il figlio dell'insegnante. Inizia a quel punto una grande lotta: quella tra la religione e la scienza. Da un lato gli insegnamenti del prozio continuano a infestare la mente di Francis, dall'altro Ryber prova a educare il ragazzo a una vita "normale". Una chicca della letteratura americana gotica, piena di tutti i temi cari alla O'Connor. Non vedo l'ora di rileggerlo.
Jorge Luis Borges, Adolfo Bioy Casares, Racconti brevi e straordinari. Adelphi, a cura di Tommaso Scarano.
Racconti brevi e straordinari è uno dei risultati del sodalizio tra Borges e Casares. Uscito per la prima volta nel 1955, l'antologia è stata poi arricchita con nuovi testi nel 1968 e nel 1973. Dentro ci sono brevi racconti straordinari (chi l'avrebbe mai detto?), molti scritti dai due autori ma sotto falsi nomi, altri di autori però citati in altro modo. Un gioco caro a Borges e Casares, che mescolano le carte, la realtà e il sogno, la verità e la finzione.
Perfetto da tenere sul comodino, leggendo un racconto ogni sera prima di dormire. Sogni strani assicurati.
Nathan Englander, Kaddish.com. Einaudi, traduzione di Silvia Pareschi.
Di Englander avevo follemente amato Per alleviare insopportabili impulsi, raccolta di racconti prima pubblicata da Einaudi e poi da Mondadori. È tornato con un romanzo che si intitola Kaddish.com e che come sempre mescola umorismo yiddish e dramma, con una prosa scorrevole e allo stesso tempo strutturata. Il romanzo si apre con Larry, giovane ebreo che ha lasciato la religione, e con la morte di suo padre. In quanto figlio maschio, Larry deve recitare ogni giorno, per undici mesi e alla presenza di un Minian di almeno dieci maschi ebrei, il Kaddish, ovvero la preghiera per il defunto, cosa che non ha alcuna intenzione di fare. Paga quindi qualcuno per farlo al suo posto, attraverso il sito Kaddish.com. A molti anni di distanza troviamo Larry diventato Reb Shuli: è tornato nella sua famiglia, è diventato rabbino, insegna a scuola e segue i precetti della religione ebraica. Ma qualcosa gli pesa dentro, ed è il pensiero di aver delegato ad altri quello che era un suo dovere. Per questo partirà per Gerusalemme, alla ricerca del ragazzo che ha pagato per recitare il Kaddish, riprendendosi ciò che una volta non aveva per lui valore, e ora è tutto.
Ben Lerner, Topeka School. Sellerio, traduzione di Martina Testa.
Lo confesso, non ha rispettato le mie aspettative. Avevo amato moltissimo, di Lerner, Nel mondo a venire, e avevo atteso questo nuovo romanzo per ritrovare la sua voce. È considerato uno dei migliori libri dell'anno (anche da fonti estremamente autorevoli) ed è difficile scrivere la trama perché ci sono più storie intrecciate tra loro, più voci che si mescolano, ma diremo che è la storia di una famiglia benestante del Midwest - il padre lavora in un'importante clinica psichiatrica, la madre è una famosa autrice femminista, il figlio frequenta il liceo di Topeka ed è una giovane promessa nell'arte del dibattito pubblico - che si scontra con tradimenti, fallimenti, una tragedia quasi annunciata, la crescita di un figlio in un ambiente tossico, la competizione, il valore delle parole che crollano.
Ho sentimenti molto discordanti su questo romanzo: se da un lato ne riconosco la grandezza - nella struttura, nella lingua, diverse volte sono tornata a rileggere alcuni capitoli - dall'altro non sono mai riuscita davvero ad appassionarmi alla storia e mi è sembrato soprattutto di vedere una certa artificiosità, un voler dimostrare capacità e bravura che mi hanno in qualche modo infastidito. Insomma un libro importante che però non mi ha divertita. Peccato.
Hao Jingfang, Pechino pieghevole. ADD, traduzione di Silvia Pozzi.
Anche in questo caso se ne è parlato ma non abbastanza. Io per prima devo ancora leggerlo anche se mi sono ripromessa di farlo in autunno. Vincitore del Premio Hugo, Pechino Pieghevole è formato da undici racconti che spaziano dalla fantascienza, alla distopia, all'ultra-(ir)realismo. Il racconto che dà il titolo alla raccolta narra di una Pechino divisa in tre classi sociali che vivono lo stesso spazio ma in tempi diversi, spartendosi le 48 ore da cui è composto il ciclo della giornata. Una volta scaduto il tempo, la classe torna delle proprie case, che si ripiegano, letteralmente, lasciando spazio agli altri. Crisi ambientale, tecnologia, rapporti sociali, nuovi modi di vivere ed esperire le metropoli sono i temi che tornano in questi racconti di fantascienza, che potrebbero diventare a breve meno lontani nel tempo del previsto.
Ho letto Pavese (La casa in collina), ho letto Bassani (Gli occhiali d'oro), ho letto Ampel (Nessuno è come qualcun altro), ho letto Ernesto Sabato (Prima della fine), ho letto Borges (L'Aleph) e per l'autunno ho una pila di cose che non vedo l'ora di iniziare.
Ancora.
Oggi inizia il festival La grande invasione, che - non me ne vogliano gli altri festival - è il più bello di tutti, sicuramente il mio preferito. Si svolge a Ivrea e dovreste non farvi spaventare dal tempo, andandoci subito. Scoprirete una città che si trasforma sui libri, farete la conoscenza di tutti i bar e vivrete un'esperienza magica, perché a Ivrea succede proprio questo: una magia.
QUI trovate il programma 2020.
Da qualche giorno è nata Bookdealer, una piattaforma di e-commerce creata da un gruppo di librerie indipendenti. Permette l'acquisto online (regali con biglietti scritti a mano compresi), sostenendo davvero le librerie che hanno aderito (al momento 124). Tutta la somma spesa andrà infatti direttamente a loro. Fateci un giro, fatevi consigliare dai librai e scoprite nuove realtà anche fuori dalla vostra città.
Tra un paio di settimane torna il Festival della letteratura di Mantova. Torna in una forma nuova, con quattro diverse piste che includeranno eventi dal vivo e in streaming, una radio, le produzioni web e un Almanacco. L'almanacco era un libro a cadenza annuale in cui venivano annotati fatti, consigli, previsioni, il moto degli astri. A Mantova hanno deciso di fare la stessa cosa, creando quattro sezioni: le Interviste sul futuro, i Memorabilia, i Consigli pratici sul futuro e Tra numeri e Mappe. Sarà acquistabile a Mantova oppure online, facendo una donazione di 30 € per aiutare a realizzare il festival. È infatti attiva una pagina per sostenere l'organizzazione del 2020, dove è possibile fare anche un'offerta libera. Il Festival mi ha chiesto di intervistare Carmen Maria Machado, autrice di cui ho amato follemente Il suo corpo e altre feste (Codice Edizioni, traduzione di Gioia Guerzoni), e troverete la nostra chiacchierata proprio all'interno dell'Almanacco (ho tolto dall'intervista la parte di chiacchiera sul suo cane, di cui sono grande fan su Instagram e che vi consiglio di seguire).
E a proposito, ultimo ma non in ordine di importanza:
Carmen Maria Machado, Nella casa dei tuoi sogni. Codice Edizioni, traduzione di Monica Capuani.
Esce il 2 settembre il nuovo romanzo di Carmen Maria Machado, che si sta affermando molto velocemente con una delle voci più brillanti della sua generazione. Qui racconta la relazione violenta che ha vissuto sulla sua pelle con una donna. Un libro sull'abuso psicologico, sulla solitudine e sulle conseguenze di questo rapporto violento, ma attraverso una narrazione che spazia e mescola la cultura pop a numerosi generi letterari diversi tra loro. Tutto per andare a scardinare lo stereotipo dell'idilliaca relazione tra donne.
È bellissimo, leggetelo.
Un disco.
Questa puntata è stata scritta ascoltando Camino del Sol, di Antena.
Un link.
LGBTQ&A è un podcast Spotify che ogni settimana intervista persone interessanti (c'è anche Baldwin, sì).
Come sempre: per dubbi, domande, consigli, saluti, ricchi premi e cotillons, mi trovate all'indirizzo autostradadelsud [at] gmail [dot] com.
Il mio canale Telegram piange, lo so. Preferisco fare meno puntate e farle bene, o farle perché ho davvero voglia di farle. Portate pazienza, prima o poi torno.
State bene.
Un abbraccio,
Silvia
Photo by Evan Kirby on Unsplash
L'autostrada disegnata è di Carlotta Mazzini.