Ho compiuto gli anni. E sono entrata in quell’età per cui avrebbe senso parlare di “invecchiare” piuttosto che “diventare grandi”. Invece no, mi pare che tutto debba ancora succedere, che le cose incredibili stiano maturando, che la strada davanti a me sia più ricca di quella che ho alle mie spalle.
Ho fatto una festa con le persone a cui voglio bene. Mi sono sentita amata e ho molto amato. E come diceva qualcuno, tutto il resto non ha molta importanza, alla fine.
Prima di iniziare: lo scorso mese vi ho parlato de L’albero e la vite, il nuovo romanzo di Dola de Jong pubblicato da poco da La nuova frontiera nella traduzione di Laura Pignatti.
La casa editrice mi ha chiesto di leggerlo in anteprima e di raccontare in un vocale di qualche minuto che cosa ne penso. Si ascolta QUI:
Iniziamo.
Questo mese ho letto diversi libri super super interessanti, ma parlo solo di uno, perché per congiunzioni astrali strane stanno uscendo un sacco di libri di amic* carissim* o di persone che conosco e mano a mano che li leggo o che escono le schede sui siti delle case editrici ne parlerò anche qui. Mi pare cosa buona e giusta che si prendano spazio.
Una cosa letta
Sara Bertrand, Territorio di fuga, Edicola Ediciones. Traduzione di Giulia Giorgini.
Santiago, una ragazzina di dodici anni che vede il suo corpo cambiare dentro vestiti che sceglie sempre più larghi, una famiglia stramba e una madre che vede allontanarsi, che sceglie sé stessa anziché il ruolo imposto, che abbandona i figli per scappare negli Stati Uniti e unirsi alla setta religiosa di Osho. “Territorio di fuga è la favola plurale di un universo familiare sull’orlo della dissoluzione, accomunato dall’assenza, segnato da inciampi e fallimenti, ma anche da teneri affetti. È soprattutto un romanzo sul complesso rapporto tra madre e figlia e sulla possibilità di esplorare territori nuovi, spazi sconosciuti capaci di accoglierci e annullare il nostro bisogno di fuggire.”
In uscita o da recuperare
Carolina Crespi, La banda felice, Nutrimenti.
È uscito a fine febbraio, e sono felice come se l’avessi scritto io. Perché Carolina è un’amica a cui voglio molto bene, perché è bravissima, perché si merita solo cose belle. ”Per Margherita tutto cambia quando il fratello minore Giulio esce di casa e non torna più: la madre scivola in una condizione di apatia e il padre, presenza intermittente, rafforza il legame con Domenico, suo collega, con il quale scompare per giorni. Margherita, mentre si costruisce una vita adulta e indipendente, resta vicina alla madre con la quale comincia un viaggio a ritroso, fisico e sentimentale, alla ricerca del tempo in cui la famiglia era felice, nel tentativo di scoprire ciò che ha infranto quella felicità. In una provincia resistente, strozzata tra Milano e le Alpi, Margherita scopre che talvolta gli amici e le famiglie d’adozione possono sostituirsi a quelle di nascita, e l’infelicità da cui veniamo si può tramutare nella felicità a cui aspiriamo.”
Michele Turazzi, Prima della rivolta, Nottetempo.
Altro amico, altro libro. “Nel 2045 gli effetti del riscaldamento globale sono estremi: il mare ha conquistato le coste, la Pianura Padana sperimenta temperature eccezionalmente alte, le giornate torride si alternano a estenuanti periodi di piogge. Colpita da una spinta migratoria sempre più forte, Milano è una città sovrappopolata e scossa da pulsioni sociali contrastanti: da un lato gli Antagonisti, che propugnano l’avvento di un nuovo socialismo; dall’altro i Frontisti, che vogliono preservare lo status quo; in mezzo, un’immensa massa anonima che cerca di sopravvivere un giorno alla volta. Dopo un esilio sulle Alpi durato cinque anni, il commissario capo Alberto De Santa rientra nella sua Milano per indagare sulla morte di Renato Valsecchi, imprenditore nel campo del solare, filantropo, nonché membro della Chiesa dell’Apocalisse, la religione ormai predominante nel paese. Causa del decesso? Intossicazione da tetrodotossina, il veleno che si trova nel fugu, o pesce palla, un piatto costoso e alla moda. De Santa conduce le indagini in una metropoli sul punto di esplodere: nell’aria si avvertono attese e timori, preparativi di attacco e contrattacco. Ovunque, manifesti con il volto di Gulliver Sacco, un ragazzo ammazzato durante un corteo – a breve sarà il quinto anniversario della sua morte. Ambientato in un futuro ipotetico ma non improbabile, Prima della rivolta è un noir letterario ed esaltante che, cercando il colpevole di un omicidio illustre, indaga sui responsabili del collasso incipiente della società.”
Pier Franco Brandimarte, La vampa, Il Saggiatore.
Ancora un amico, ancora un libro. “La vampa è un libro sul potere. Sul potere che costruisce e dissolve ogni cosa: persone, famiglie, imperi commerciali, stati. Al centro del romanzo ci sono due figure, un bambino e suo nonno, Annibale e Riccardo. Riccardo viene chiamato «il fondatore», ha dato vita a una delle maggiori imprese di import-export alimentare in Italia, la Angelini Grani, uno spazio oscuro nei cui successi è possibile leggere la storia segreta, mitologica e criminale del nostro Paese: dalla Resistenza fino a Tangentopoli. Annibale ha sei anni ed è lui a raccontarci questa storia oscura. Possiede, infatti, la capacità di vedere, nel passato e nel futuro, tutto quello che è successo e succederà alla sua famiglia, non lo comprende, non può modificare gli eventi, può esserne solo testimone; questa capacità viene chiamata «la vampa», perché come un fuoco primordiale, lo avvolge, lo distorce dal presente e gli permette di assistere agli omicidi, alle relazioni pericolose, alle parole della mafia, alle promesse dei politici, che, come fiamme, si accendono e si spengono attorno ai suoi famigliari. Finendo, inevitabilmente, per bruciarlo.”
Amparo Davila, Morte nel bosco, Safarà editore. Traduzione di Giulia Zavagna.
”Boschi che promettono l’oblio, biglietti per destinazioni infinitamente lontane, seduzioni profonde e distruttive: la grande scrittrice di Zacatecas con mano febbrile conduce i suoi protagonisti sull’orlo del precipizio, facendoli smarrire in labirinti ingannevoli la cui sola uscita sembra essere il risveglio da un incubo senza nome. Un’esplorazione della psiche umana e un viaggio nelle profondità della percezione che lasciano intatto il dubbio che l’inquietudine sia la sola costante dell’esperienza umana e l’unico modo per sfuggirle sia abbracciarla senza riserve, seguendo l’eco delle sacerdotessa delle infinite possibilità del perturbante.” (Leggetela, è un’autrice incredibile)
Chinelo Okparanta, Sotto gli alberi di udala, E/O. Traduzione di Tiziana Lo Porto.
”Figlia unica e rimasta orfana di padre durante la guerra civile nigeriana, negli anni Sessanta, la giovane Ijeoma viene affidata dalla madre a una coppia di amici di famiglia disposta a pagarle gli studi in cambio di una mano nei lavori domestici. Lontana dalla religiosissima madre, Ijeoma diventa adulta esplorando la propria identità sessuale e innamorandosi di una ragazza della sua età. In una Nigeria omofoba e bigotta, verrà separata dall’amata e indottrinata dalla madre, convinta che l’omosessualità sia di per sé sbagliata e un male da combattere. Anni dopo, nuovamente innamorata di una donna, Ijeoma verrà costretta a una nuova separazione e a mettere in piedi una parvenza di famiglia tradizionale sposando un amico d’infanzia e dando alla luce una bambina. Sarà proprio la nascita della figlia Chidinma ad aiutarla a riaffermare la propria identità sessuale e a decidere di battersi per un futuro migliore.”
Laura Ortiz Gómez, Creature della foresta, Gran Via. Traduzione di Monica R. Bedana.
”Una donna mette in piedi un cimitero per dare degna sepoltura ai morti che il fiume trascina via; in un villaggio occupato dai paramilitari una bambina si domanda cosa si celi dietro ogni lacrima, dietro ogni silenzio della madre; la scoperta di una lettera spinge un uomo a imparare a leggere e a scrivere per dare un senso alla sua storia. Nella cartografia di un territorio, quello della Colombia, attraversato da ciclica violenza e ferite collettive, sottoposto al paramilitarismo e al conflitto armato, i personaggi dei nove racconti di Laura Ortiz Gómez mantengono forza e passione intatte, spinti da pulsioni vitali quali l’immaginazione e il desiderio. Fragili, vulnerabili, fantasmi che portano impresso ognuno a suo modo il segno che il conflitto ha lasciato nelle loro vite, sono al contempo mossi da una dignità e da lampi di luce che li fanno sopravvivere all’orrore e li avvicinano al calore della vita animale. Con una scrittura che genera immagini e personaggi di una bellezza crepuscolare capaci di esprimere il dolore della terra, questo è un libro che celebra ciò che rimane, e persiste, dopo il passaggio della violenza.”
Varie ed eventuali.
Il 14 marzo alle 19.00 Radio Raheem organizza alla Cascina Nascosta un evento muy lindo. Sara Poma, Tristan Guida e io parleremo di rappresentazione Lgbtqa+ attraverso le generazioni e nei prodotti culturali dagli anni ‘70 a oggi. Modera Jacopo Cirillo. Si bevono le birre, conviene venire.
La libreria Antigone di Milano (<3), Edicola Ediciones e Marcos y Marcos hanno messo in piedi un ciclo di tre incontri su Pedro Lemebel: SEMINARE LEMEBEL. Ci sarò anche io, con Federica Arnoldi, Ariase Barretta, Paolo Primavera e Marco Zapparoli. Sarà molto molto molto bello. Gli incontri saranno online, gratuiti ma su prenotazione. Tutte le info le trovate sulle pagine Fb e Ig della libreria Antigone e delle case editrici coinvolte.
Sono ospite della libreria Colibrì nel gruppo di lettura di aprile. Mi hanno chiesto di scegliere cinque libri, ho scelto cinque libri sudamericani, ne leggeremo uno e lo commenteremo insieme. Tutte le info QUI.
Tre anni abbondanti di attesa, ma finalmente arriva su Netflix.
Forensic study finds Chilean poet Pablo Neruda was poisoned.
The sea, the sea.
Non tutti i fallimenti vengono per nuocere. Su Internazionale.
Torna in libreria, per VandA Edizioni, Il corpo lesbico di Wittig.
La sindrome dell’impostore esiste veramente? Un pezzo sul New Yorker.
Cinque domande a…
Eccoci alla rubrica delle cinque domande: questo mese risponde Chiara Reali, traduttrice e consulente editoriale per le case editrici Zona42 e Oscar Mondadori Vault. Non ci siamo mai incontrate dal vivo, abbiamo parlato solo online in questi ultimi anni, ma ci tengo a ringraziarla pubblicamente, oltre che per la sua disponibilità, per aver ritradotto La mano sinistra del buio di Ursula K. Le Guin; una di quelle imprese che mentre leggi il libro ti chiedi: ma come diavolo avrà fatto?
1. Qual è il ricordo più bello che hai come traduttrice?
Forse la primissima volta che ho tradotto - era una prova di traduzione e alla fine è pure andata male, ma mentre ero lì alla scrivania mi sono sentita come se fossi nel posto giusto, al momento giusto, a fare la cosa giusta per me. Non so neanche bene come spiegare la sensazione delle dita che corrono quasi più veloci degli occhi, lo stato quasi alterato di coscienza, come durante la meditazione o la preghiera. Una cosa che somiglia al sentirsi a casa, che per me è una sensazione rarissima e che continuo a inseguire ogni volta che mi ritrovo davanti a un nuovo testo su cui lavorare.
2. Qual è il libro che hai tradotto che ami di più? E perché?
Posso dire che un po' ti odio perché odio essere costretta a scegliere? Che è una cosa che mi fa sempre ridere molto, perché la traduzione, in fondo, cos'è se non un continuo lavoro di scelta? E non solo traducendo tocca scegliere, tocca anche essere in grado di giustificare ogni singola scelta. E allora imbroglio un po' e rispondo "quello che devo ancora tradurre", che ne dici? Un po' è così, forse perché in qualche modo ogni volta mi innamoro - di un ritmo, di un giro di frase, di un modo di costruire la storia... Se proprio mi costringi a scegliere, ti rispondo Detransition, Baby, che uscirà tra qualche mese per Oscar Vault - un libro che ho fortissimamente voluto, che mi è capitato, di nuovo, nel momento più giusto (o forse in quello più sbagliato; è stata una traduzione molto dolorosa) e, soprattutto, che spero riceverà l'amore che merita. In fondo è un po' questa la definizione di amore, no?
3. Qual è il primo ricordo che hai con la lettura e/o con un libro?
Il pomeriggio d'estate, avevo quattro anni, in cui mia madre mi ha accompagnata in biblioteca dove sono stata accolta da una bibliotecaria riccia che mi ha presentato Gianni Rodari. E il tomo della Montagna incantata di Thomas Mann, nell'edizione Dall'Oglio del 1973, preso più volte in prestito in biblioteca da mio padre che me ne parlava, facendomi desiderare di diventare grande per poterlo leggere.
4. Che libro stai leggendo in questo momento?
Con un po' di ritardo, Belonging di Nora Krug, pubblicato in Italia da Einaudi Stile Libero come Heimat, nella traduzione di Giovanna Granato. E Couplets: A Love Story di Maggie Millner. E poi tutti gli articoli sulle mille schede aperte del browser, testi da controllare, valutare, correggere, scegliere, scartare, il libro che sto finendo di tradurre e così via. Mi sembra di leggere pochissimo e, allo stesso tempo, trascorro buona parte della giornata a leggere, leggere, leggere.
5. La tua libreria sta andando a fuoco e puoi salvare un solo libro per portarlo con te. Raccontaci quale e perché.
Ariel, di Sylvia Plath (The Restored Edition!). Perché Out of the ash/I rise with my red hair, anche se magari saranno viola o blu, ma soprattutto perché Plath è il mio primo amore. Ho scritto la tesi di laurea sul tema del doppio nelle sue opere (come lei aveva fatto in "The Magic Mirror", la sua tesi sul doppio in Dostoevskij - le ho persino rubato il titolo!), e mi sono laureata in psicologia, per dirti il livello di ossessione! Anzi, ecco, non so se è barare, ma se parliamo proprio di libro fisico allora lascio Ariel e mi prendo il Meridiano Plath che ha ancora tutti i post-it che ci ho infilato dentro scrivendola, la tesi, e un quadrifoglio, e molte orecchie.
Una parola.
Pastrano. [pa-strà-no] - Cappotto invernale pesante, rustico, disadorno, specie usato dai militari. Da [Pastrana], città della provincia spagnola di Guadalajara, e in particolare dal duca di Pastrana.
Un link.
Il suono delle balene. Su El país (via Questioni d’orecchio)
Un album.
Questa puntata è stata scritta ascoltando Built on Glass, di Chet Faker.
Grazie per aver letto fino a qui.
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Occhio agli sbalzi di temperatura. Ci sentiamo presto.
Silvia